Un viaggio immersivo, arricchito
anche da un percorso illuminotecnico e multimediale "in un luogo
particolarmente importante che ha avuto tutta una serie di
trasformazioni a partire, almeno a quanto abbiamo rilevato,
dall'età Giulio-Claudia, quindi dal I secolo dopo Cristo fino ad
arrivare agli inizi del IV con la Basilica di Massenzio". Così
Alfonsina Russo, direttrice del Parco archeologico del Colosseo,
racconta l'apertura per la prima volta al pubblico degli Horrea
Piperataria, i magazzini "delle spezie egizie e arabe", così
citati da Plinio e soprattutto da Cassio Dione, costruiti
dall'imperatore Domiziano sulle pendici sud ovest della Velia,
la collina posta tra Esquilino e Palatino.
Saranno per la prima volta visitabili grazie a un nuovo
ingresso posto sull'antico vicolo delle Carinae, anch'esso
completamente risistemato e accessibile a tutti, dotato di una
nuova pannellistica e percorribile dal Foro Romano fino al
Tempio della Pace. Un'apertura per la quale è arrivato anche
Alessandro Giuli (che si è limitato alla visita senza rilasciare
dichiarazioni ai giornalisti), per la prima volta in veste di
ministro a un evento nel parco Archeologico del Colosseo.
"È un giorno importante perché restituiamo ai visitatori un
settore della Roma antica particolarmente significativo. Siamo
tutti emozionati", aggiunge Russo, sottolineando come si sia
arrivati a questo risultato nel lavoro congiunto con il
Dipartimento di Scienze dell'Antichità di Sapienza Università di
Roma (Progetto Velia - Grandi Scavi Sapienza) che dal 2019 ha
indagato e scavato, su concessione del ministero della Cultura e
in collaborazione con il Parco archeologico del Colosseo.
"Abbiamo trasformato il cantiere di scavo in un'area museale,
con delle scelte importanti di sicurezza, conservazione e
occultamento per la migliore fruizione possibile - spiega
all'ANSA Domenico Palombi, professore associato di Archeologia
Classica al Dipartimento di Scienze dell'Antichità
dell'università romana e Direttore del "Progetto Velia" - Grandi
Scavi Sapienza -. Ci ha lavorato in cinque anni un'equipe di
dieci dottorandi e trenta studenti l'anno per un totale di 150
ragazzi".
Lo scavo ha documentato inoltre le fasi monumentali che hanno
preceduto gli Horrea Piperataria tra Augusto e l'incendio del 64
d.C., che diede avvio alla ripianificazione urbanistica voluta
da Nerone.
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