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Giovanna Ralli, 90 anni di bellezza, quella vera

Giovanna Ralli, 90 anni di bellezza, quella vera

Nata a Testaccio il 2 gennaio 1935, tanti premi nella carriera

ROMA, 30 dicembre 2024, 13:44

Redazione ANSA

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(di Elisabetta Stefanelli) A ottant'anni, nel 2015, aveva annunciato il ritiro ("Anche se sono coetanea di Sophia Loren, anzi più piccola di 4 mesi, io gli 80 anni li ho già compiuti e così mi ritiro", disse allora a Taormina) per poi tornare nel 2022 in Marcel! diretta da Jasmine Trinca all'esordio alla regia. Poi ad 88 anni, altrettanto commossa, Giovanna Ralli ha ricevuto il secondo David di Donatello - questa volta alla carriera - dopo due Nastri d'argento, ed ora che di anni il 2 gennaio ne fa 90 non ha certo bisogno di altre consacrazioni.
    Romanissima, nata a Testaccio il 2 gennaio 1935, inizia a recitare prestissimo e viene diretta dai più grandi registi del cinema italiano in oltre sette decadi di storia, da Monicelli a Scola, da Rossellini a De Sica, da Francesca Archibugi a Paolo Genovese. E anche al fianco di attori come Gassman, Fabrizi, Totò, Manfredi, Sordi, Tognazzi, Mastroianni. Dal cinema al teatro (da bambina ha recitato anche nella compagnia di De Filippo), alla tv in fiction popolari come Un prete tra noi, Ho sposato uno sbirro e Tutti pazzi per amore. In tutto oltre 65 tra film e serie tv, per 75 anni di carriera. Dopo gli esordi prestissimo (ha anche un piccolo ruolo ne I bambini ci guardano di Vittorio De Sica) e una serie di parti nel ruolo di donna affascinante dovute alla sua bellezza, si lega sentimentalmente a Sergio Amidei ed incontra Roberto Rossellini che la sceglie per ruoli drammatici in tre film importanti: Il generale della Rovere (1959), Viva l'Italia (1960) e Era notte a Roma (1960). "Da Rossellini ho imparato moltissimo - ha detto in un'intervista -, Scola è stato un grande maestro nel dirigere gli attori, mentre a Garinei e Giovannini devo tutto per il teatro e fecero scrivere per me la canzone 'Domenica è sempre domenica', che dopo due anni diventò la sigla del Musichiere".
    Quando pensa alla sua carriera fa un salto indietro nel tempo, "a quando mi alzavo alle quattro di mattina per andare a Cinecittà a fare la figurante. Poi nel 1950 arrivò Luci del varietà (di Alberto Lattuada e Federico Fellini, in cui una sconosciuta Ralli è una ballerina in coppia con un'altrettanto sconosciuta Sofia Loren, ndr) e poi ancora Villa Borghese di Gianni Franciolini, film in sei episodi che ebbe un successo enorme e mi fece capire che dovevo continuare questa carriera e che dunque dovevo studiare".
    Studiare come quando, nel 1964, Blake Edwards, vedendo il film Se permettete parliamo di donne, le propone un provino.
    "Partii per Los Angeles in nave e feci la traversata studiando inglese con una coach. Ero l'unica donna sul set e avevo come camerino una roulotte leopardata lunghissima, ma lavorare all'estero non è per me, devi sapere la lingua e ci vogliono dieci anni". Ed infatti lì resisterà appena otto mesi, per fortuna confortata dalla compagnia di Virna Lisi, tentata come lei dai set di Hollywood. Se le si chiede però quale sia stato il personaggio più amato risponde ricordando quella Elide Catenacci di C'eravamo tanto amati di Ettore Scola che le valse anche un Nastro d'argento come migliore attrice non protagonista. "È il carattere che mi ricorda più me stessa, era una donna che, proprio come me, non sapeva se mettere l'acca prima o dopo la o".
    Dopo tante commedie, anche sexy per l'attitudine del tempo e la sua indiscussa bellezza - si concede anche un servizio su Playboy - nel 1980 torna al personaggio che più l'ha resa celebre ed amata, quello della romana di carattere e senza peli sulla lingua in Arrivano i Bersaglieri di Luigi Magni. Nel 1977 intanto è arrivata al suo fianco quella che ha definito più volte la persona più importante della sua vita, il marito, l'avvocato matrimonialista Ettore Boschi, a cui rimarrà legata per 38 anni fino alla morte di lui nel 2013. "L'amore per me resta la cosa più importante della vita e considero amore anche l'amicizia. Non si può vivere senza".
    Rimpianti? "Quello di non aver avuto figli, ho cominciato a lavorare troppo presto".
   

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