Violazione delle leggi Mancino e Scelba. Sono i reati che la Procura di Roma contesterà nel fascicolo che verrà aperto in relazione alla commemorazione avvenuta il 7 gennaio in via Acca Larentia e che ha visto la partecipazione di oltre mille appartenenti a movimenti di estrema destra. L'evento è culminato, come ogni anno, con il rito del 'presente' accompagnato dal saluto romano per ricordare quanto avvenne 47 anni: l'uccisione di due giovani appartenenti al Fronte della Gioventù, Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, e poco dopo quello Stefano Recchioni a seguito degli scontri con le forze dell'ordine.
I pm di piazzale Clodio, coordinati dal procuratore Francesco Lo Voi, sono in attesa delle informative da parte delle forze dell'ordine: Digos e carabinieri del Nucleo informativo stanno analizzando video e sono al lavoro per identificare le persone presenti e cristallizzare poi le verifiche in un incartamento che verrà posto all'attenzione dei magistrati. A quel punto i pm formalizzeranno l'apertura di un fascicolo di indagine.
L'attività degli inquirenti arriva a poche settimane di distanza dalla chiusura dell'indagine a carico di 31 persone che presero parte "all'adunata" dello scorso anno nella strada non lontana da via Tuscolana. I pm capitolini contestano agli indagati quanto previsto dalla legge del 1993 sull'odio razziale e quella del 1952 che introdusse il reato di apologia del fascismo.
Sul tema del saluto romano nei mesi scorsi le sezioni unite della Cassazione sono state chiamate ad intervenire per definire il perimetro giuridico sulla sussistenza del reato. In caso di saluto fascista, osserva la Cassazione, il giudice deve "in concreto" e alla luce di valutazioni complessive, accertare "la sussistenza" di una serie di elementi, tra cui "il contesto ambientale, la eventuale valenza simbolica del luogo, il numero dei partecipanti, la ripetizione insistita dei gesti", idonei a dare concretezza al pericolo di "emulazione".
Nella sentenza i Supremi giudici affrontano anche il tema del "saluto" in caso di commemorazioni come nel caso di Acca Larentia. La Cassazione esclude che "la caratteristica 'commemorativa' della riunione possa rappresentare fattore" di "automatica insussistenza del reato". Nell'atto gli ermellini ribadiscono che la risposta "alla chiamata del presente" e il saluto romano "integra il delitto previsto "dall'articolo 5 della legge Scelba sulla ricostituzione del partito fascista "ove, avuto riguardo alle circostanze del caso" costituisca un concreto pericolo di riorganizzazione del disciolto partito fascista.
Questa condotta, inoltre, "può integrare anche il delitto di pericolo presunto, previsto" dall'articolo 2 della legge Mancino sui crimini d'odio "ove tenuto conto del contesto" sia espressione "di manifestazione delle organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi" che hanno tra i loro scopi l'incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.
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