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In evidenza
In evidenza
In collaborazione con Rome Business School
Rome Business School ha presentato
oggi i risultati di un'indagine internazionale "L'intelligenza
artificiale e l'occupabilità del futuro per gli studenti
dell'istruzione superiore", condotta su 3.600 studenti di età
compresa tra i 18 e i 35 anni in Italia, Francia, Spagna e
Colombia per Planeta Formación y Universidades, un network
internazionale dell' istruzione superiore, creato nel 2003 da De
Agostini e dal Gruppo Planeta, di cui Rome Business School è
membro. Lo studio mette in evidenza le percezioni, le competenze
e le aspettative degli studenti di fronte alle trasformazioni
indotte dall'intelligenza artificiale nei loro percorsi
accademici e professionali.
Sara Morais, General Manager di Gad3, ha spiegato che
l'89% degli studenti universitari in Italia utilizza strumenti
di IA, soprattutto chi studia Scienze, Ingegneria e
Architettura. Tuttavia, solo il 32% dichiara di saper sviluppare
soluzioni proprie basate sull'IA, evidenziando un significativo
gap nelle competenze tecnologiche.
Per Antonio Ragusa, Dean di RBS, "L'intelligenza artificiale
sta ridefinendo il panorama dell'istruzione e del lavoro,
creando nuove opportunità ma anche sfide significative. I
risultati di questa ricerca dimostrano che gli studenti sono
sempre più consapevoli del ruolo centrale dell'IA, ma emerge
chiaramente la necessità di potenziare le competenze in questo
ambito. Come Rome Business School, prima business in Italia ad
aver lanciato un master in IA, siamo fortemente impegnati
nell'integrazione dell'intelligenza artificiale nei nostri
programmi, attraverso corsi dedicati, moduli di formazione per
studenti e docenti, e collaborazioni con il mondo aziendale. Il
nostro obiettivo è fornire ai futuri professionisti le
competenze necessarie per sfruttare l'IA in modo etico,
strategico e innovativo, garantendo loro un vantaggio
competitivo nel mercato del lavoro globale."
Secondo lo studio, che ha coinvolto oltre 800 italiani, il
56% degli studenti ha indicato sia l'analisi di immagini e video
sia il machine learning come le funzionalità più importanti
dell'intelligenza artificiale. Seguono l'ottimizzazione delle
attività e l'automazione. Per quanto riguarda le opportunità, il
miglioramento della produttività emerge come il principale
vantaggio offerto dall'IA (40%), seguita dai progressi nella
ricerca (38%). In particolare, il settore delle Scienze della
Salute è quello che attribuisce maggiore valore all'automazione
e all'efficienza come opportunità chiave.
Sul fronte delle sfide, gli studenti italiani individuano
due principali criticità: la perdita di posti di lavoro dovuta
all'automazione (33%) e le preoccupazioni etiche legate all'uso
dell'IA (33%). I loro omologhi francesi si mostrano ancora più
pessimisti per l'impatto sull'occupazione, con il 43% che
considera la perdita di lavoro come la principale sfida,
evidenziano anche i rischi legati alla protezione dei dati e
alla privacy (29%).
Nonostante le preoccupazioni per la potenziale perdita di
posti di lavoro, il 31% degli studenti italiani ritiene che ci
sarà spazio per nuove opportunità di lavoro, particolarmente in
settori emergenti.
Per quanto riguarda l'uso specifico dell'IA, la maggior
parte degli studenti italiani (76%) dichiara di utilizzare
principalmente strumenti di intelligenza artificiale generativa.
A livello internazionale, questa tendenza si conferma con l'84%
degli studenti intervistati che afferma di impiegare l'IA per
questo scopo. Al secondo posto tra gli utilizzi più diffusi in
Italia si trova l'IA come assistente personale, adottata dal 64%
degli studenti. In Spagna, spicca anche l'utilizzo per la
gamification, con il 31% degli studenti che ne fa uso, a fronte
di un dato significativamente più basso in Italia (17%).
Circa il 64% degli studenti italiani manifesta di essere
motivato ad imparare in materia di intelligenza artificiale e
riconosce l'importanza dell'utilizzo di strumenti di IA,
particolarmente perché ritengono che l'IA "sia il futuro" (32%)
o anche per interesse personale (26%). Invece, tra gli studenti
che hanno espresso scarsa propensione (10%) all'apprendimento in
materia di IA, la metà manifesta disinteresse per questa nuova
tecnologia e un quarto esprime diffidenza.
Per quanto riguarda l'istruzione in intelligenza artificiale,
solo il 23% degli italiani studenti afferma di aver ricevuto
almeno un minimo di formazione, in particolare coloro che
studiano Ingegneria e Architettura. Andando a valutare la
formazione ricevuta, il 73% degli italiani apprezza la qualità
delle risorse e dei materiali forniti e il 69% la rilevanza dei
contenuti per l'ambito professionale.
L'impatto dell'IA sulla formazione e il mondo lavorativo
La convinzione più diffusa sugli effetti dell'IA sulla
formazione è la trasformazione della metodologia di insegnamento
e apprendimento (57%). L'aumento dell'accessibilità, secondo gli
studenti italiani, è un altro elemento importante di
trasformazione dell'istruzione (52%).
Andando a vedere il mondo lavorativo, la creazione di posti di
lavoro qualificati (31%), l'automazione delle attività di
routine (30%), e le nuove opportunità in settori emergenti
(29%), sono le conseguenze positive più citate dell'IA
nell'ambito occupazionale. Sussiste comunque la paura della
perdita del lavoro: il 40% considera che l'IA farà sparire dei
lavori specifici, particolarmente nei settori della manifattura
(30%), i dipendenti amministrativi (17%) e i professionisti
creativi (15%). Gli intervistati ritengono che saranno meno
affetti i dirigenti, manager e imprenditori (2%) e i lavoratori
del settore logistico (2%).
Per mitigare le sfide poste dall'IA, gli studenti italiani
ritengono fondamentale investire nella formazione. Il 74%
sostiene la necessità di integrare contenuti sull'IA nei
programmi educativi, con particolare attenzione alla formazione
del personale docente. Tra le misure ritenute essenziali
emergono anche le partnership con aziende tecnologiche (68%), la
collaborazione con il settore produttivo (68%), l'emanazione di
normative sull'uso dell'IA nel mondo del lavoro (39%) e
l'attuazione di programmi di riqualificazione professionale
(38%). L'importanza della formazione è particolarmente sentita
tra gli studenti over 30 e quelli che frequentano un Master.
Rome Business School presenta i risultati di un'indagine
internazionale "L'intelligenza artificiale e l'occupabilità del
futuro per gli studenti dell'istruzione superiore", condotta su
3.600 studenti di età compresa tra i 18 e i 35 anni in Italia,
Francia, Spagna e Colombia per Planeta Formación y
Universidades, un network internazionale dell' istruzione
superiore, creato nel 2003 da De Agostini e dal Gruppo Planeta,
di cui Rome Business School è membro. Realizzato in
collaborazione con l'istituto GAD3, un riferimento nella ricerca
sociale e nella comunicazione aziendale in Spagna, lo studio
mette in evidenza le percezioni, le competenze e le aspettative
degli studenti di fronte alle trasformazioni indotte
dall'intelligenza artificiale nei loro percorsi accademici e
professionali.
Nel campus della Rome Business School Sara Morais, General
Manager di Gad3, ha esposto che l'89% degli studenti
universitari in Italia utilizza strumenti di IA, soprattutto chi
studia Scienze, Ingegneria e Architettura. Tuttavia, solo il 32%
dichiara di saper sviluppare soluzioni proprie basate sull'IA,
evidenziando un significativo gap nelle competenze tecnologiche.
Per Antonio Ragusa, Dean di RBS, "L'intelligenza artificiale sta
ridefinendo il panorama dell'istruzione e del lavoro, creando
nuove opportunità ma anche sfide significative. I risultati di
questa ricerca dimostrano che gli studenti sono sempre più
consapevoli del ruolo centrale dell'IA, ma emerge chiaramente la
necessità di potenziare le competenze in questo ambito. Come
Rome Business School, prima business in Italia ad aver lanciato
un master in IA, siamo fortemente impegnati nell'integrazione
dell'intelligenza artificiale nei nostri programmi, attraverso
corsi dedicati, moduli di formazione per studenti e docenti, e
collaborazioni con il mondo aziendale. Il nostro obiettivo è
fornire ai futuri professionisti le competenze necessarie per
sfruttare l'IA in modo etico, strategico e innovativo,
garantendo loro un vantaggio competitivo nel mercato del lavoro
globale."
L'IA secondo gli studenti italiani: vantaggi, timori e utilizzi
Secondo lo studio, che ha coinvolto oltre 800 italiani, il 56%
degli studenti ha indicato sia l'analisi di immagini e video sia
il machine learning come le funzionalità più importanti
dell'intelligenza artificiale. Seguono l'ottimizzazione delle
attività e l'automazione. Per quanto riguarda le opportunità, il
miglioramento della produttività emerge come il principale
vantaggio offerto dall'IA (40%), seguita dai progressi nella
ricerca (38%). In particolare, il settore delle Scienze della
Salute è quello che attribuisce maggiore valore all'automazione
e all'efficienza come opportunità chiave.
Sul fronte delle sfide, gli studenti italiani individuano due
principali criticità: la perdita di posti di lavoro dovuta
all'automazione (33%) e le preoccupazioni etiche legate all'uso
dell'IA (33%). I loro omologhi francesi si mostrano ancora più
pessimisti per l'impatto sull'occupazione, con il 43% che
considera la perdita di lavoro come la principale sfida,
evidenziano anche i rischi legati alla protezione dei dati e
alla privacy (29%). Nonostante le preoccupazioni per la
potenziale perdita di posti di lavoro, il 31% degli studenti
italiani ritiene che ci sarà spazio per nuove opportunità di
lavoro, particolarmente in settori emergenti.
Questi risultati sono stati discussi nella tavola rotonda
composta da Mario Nicosia - Technology Software Country Leader e
Board Member Oracle; Emanuele Cacciatore - Offering, Innovation
and Go-to-Market Director Engineering Group e Docente Rome
Business School; Valentino Megale - Program Director
International Master in Artificial Intelligence RBS e Silvia
Bellucci - Program Director Executive Master in Data Science
RBS, che hanno fatto riferimento ad esempi concreti tratti dal
loro lavoro e dalle loro esperienze pedagogiche.
"Non basta insegnare a usare gli strumenti, dobbiamo
sviluppare una mentalità capace di adattarsi al cambiamento,
integrare competenze trasversali e potenziare il pensiero
critico. Il futuro dell'istruzione non sarà solo nella
trasmissione di conoscenze, ma nella capacità di formare
individui in grado di affrontare in modo etico e consapevole le
trasformazioni tecnologiche", afferma Emanuele Cacciatore. "Non
dobbiamo insegnare agli studenti solo a convivere con l'IA, ma a
guidarla, controllarla e migliorarla. L'obiettivo dei formatori
non deve essere l'adattamento passivo a un nuovo sistema
tecnologico, ma la costruzione di una società in cui l'IA
diventi un motore di progresso equo e sostenibile per tutti",
conclude Silvia Bellucci.
In collaborazione con Rome Business School
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