"Il suicidio del sedicenne di Lavagna trovato in possesso di 10 grammi di hashish ci obbliga a riflettere sulla necessità di legalizzare le droghe leggere.
Sulla necessità di farlo subito e di farlo bene. Non è evidente anche per voi che il proibizionismo ha fallito e che fa più vittime delle vite che vorrebbe salvare?". Lo afferma lo scrittore Roberto Saviano, in un post su Facebook.
"Il suicidio del sedicenne di Lavagna trovato in possesso di 10 grammi di hashish - premette - ci obbliga a trovare risposta a domande che forse preferiremmo non porci. Domande che io rivolgo a voi: ha più senso tracciare il fumo prima che arrivi nelle mani dei sedicenni o ha più senso punire il sedicenne consumatore? È più accettabile che un sedicenne possa acquistare fumo in un coffee-shop o da spacciatori che hanno anche altro da vendere e soprattutto hanno a che fare con un sottobosco criminale dal quale sarebbe consigliabile tenersi alla larga?". "Il fumo che si spaccia davanti alle scuole, nelle discoteche, negli stadi e ovunque ci siano ragazzi è fornito dai cartelli criminali. Il problema sono loro o sono gli studenti che fumano? Si dirà: ma se non parti dal piccolo come arrivi al grande? Falso, perché il rischio è che si parta dal piccolo per fare gran numero di fermi e di perquisizioni, perché arrivare alla gestione delle basi è complicatissimo. Non sto attribuendo responsabilità personali, ma non è evidente anche a voi la sproporzione tra l'auto della Guardia di finanza, con il lampeggiante acceso, ferma sotto casa del ragazzo di Lavagna e l'assenza totale di forze dell'ordine nelle piazze di spaccio a cielo aperto delle periferie romane o napoletane, da dove presumibilmente quel fumo era arrivato? In quei luoghi, per loro stessa ammissione, Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza hanno difficoltà a entrare e a effettuare i seppur minimi controlli".
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