"Un Paese senza memoria è cieco, ingiusto, preda di pregiudizi. E' come una spugna che si beve qualsiasi menzogna, specialmente sulla rete, dove l'antisemitismo, il razzismo scorrono, purtroppo, copiosi. Un Paese senza memoria non costruisce il proprio futuro". Lo rimarca il giornalista Ferruccio De Bortoli, presidente onorario del Memoriale della Shoah di Milano, stamani a Genova durante la cerimonia ufficiale per il Giorno della Memoria.
"L'indifferenza è la malattia che dobbiamo combattere. L' indifferenza è una delle anticamere del pregiudizio. Insieme all'ignoranza, alla debolezza, all'insicurezza - sottolinea -.
Non è una malattia del passato. I nostri concittadini ebrei che insieme ad altri prigionieri furono rastrellati e avviati, tra il '43 e il '45, ai campi di concentramento e di sterminio nazisti, erano vittime anche dell'indifferenza e del pregiudizio del tempo. Non solo della ferocia nazifascista".
"Qualcuno li aiutò rischiando anche la propria vita, i giusti per fortuna furono tanti, ma altri li denunciarono per poche migliaia di lire - ricorda -. Nel lungo Dopoguerra ci siamo illusi che l'adagio 'italiani brava gente' ci liberasse da ogni senso di colpa. Era una memoria di comodo, falsa, strumentale.
La Shoah italiana ha avuto tra gli aguzzini tanti nostri connazionali. Così come le leggi razziali del '38, che certo furono il punto abissalmente più basso del regime fascista,- ebbero un largo consenso popolare".
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