Otto mesi dopo il crollo, il
cimitero di Camogli (Genova) è pronto a riaprire. Domani,
venerdì 29 ottobre, il cancello si spalancherà e i camoglini
potranno tornare a far visita ai loro cari. La parte sulla
falesia crollata verso il mare con quasi 400 tombe è stata messa
in sicurezza e le sepolture di quella zona sono state spostate.
Costruiti nuovi spazi sia in struttura sia a terra. Ci sono
ancora resti da riconoscere e sono contenuti nelle camere
mortuarie del cimitero. E' probabile una sepoltura comune con un
monumento a ricordo, ma non è stata ancora presa una decisione.
Si continua a lavorare anche per accogliere e dare assistenza ai
familiari che domani scopriranno dove sono stati ricollocati i
propri cari.
"I defunti caduti verso il mare sono stati in tutto 415, 227
salme, 20 ceneri, 168 cassette - spiega il sindaco Francesco
Olivari - 58 salme sono state riconosciute, 130 sono in fase di
riconoscimento attraverso le schede e i campioni di dna dei
parenti. Il crollo ha coinvolto circa 387 loculi e, tra quelli
franati e quelli demoliti per sicurezza, abbiamo ne abbiamo
ricollocato circa 800". Dopo la ricorrenza dei Morti il cimitero
osserverà chiusure settimanali per terminare i lavori. Dal
crollo il Comune di Camogli ha speso circa 2 milioni di euro.
Altre risorse serviranno per progettare la definitiva messa in
sicurezza del tratto di costa che continua ad essere monitorato
con i sensori.
La procura aveva aperto un fascicolo per frana colposa. Nel
mirino degli investigatori, coordinati dal sostituto procuratore
Fabrizio Givri e dall'aggiunto Paolo D'Ovidio, sono finite
cinque persone dell'amministrazione comunale, compresi tecnici e
dirigenti anche degli anni passati. Al momento il fascicolo è a
carico di ignoti ma la procura chiederà a breve un possibile
incidente probatorio e allora verranno iscritti i primi nomi. I
carabinieri di Santa Margherita avevano raccolto tutta la
documentazione presso il Comune, comprese le segnalazioni degli
utenti e quelle sui lavori che si sono susseguiti nel tempo.
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