C'è il presunto furto di un
telefonino all'origine della lite tra due connazionali sudanesi
che ieri notte è terminata nel sangue con un migrante di 35 anni
che ha accoltellato e ucciso un giovane sotto il cavalcavia di
Roverino, a Ventimiglia (Imperia). L'omicida è stato sottoposto
a fermo di polizia giudiziaria e lunedì sarà sottoposto a
interrogatorio di convalida. A quanto risulta, avrebbe accusato
la vittima di avergli sottratto il telefonino, tra i due è
scoppiata una lite e il sudanese ha estratto un coltellino
aggredendo il rivale.
"Dal primo interrogatorio - afferma l'avvocato della difesa,
Stefania Abbagnano - è emerso un quadro di grave disagio tra
questi connazionali, ma non è emersa l'effettiva volontà di
uccidere il ragazzo da parte del mio assistito, che anzi non
pensava di aver commesso un atto così grave".
In un primo tempo si pensava che la lite tra i due
connazionali fosse iniziata nel centro di Ventimiglia, visto che
dalle telecamere risultava che il presunto killer avesse
litigato con altri connazionali. Invece quel diverbio si è
concluso senza conseguenze, mentre l'omicidio è avvenuto sotto
il cavalcavia, sull'argine del fiume Roya, dove da anni i
migranti vivono in una tendopoli in attesa di trovare il momento
opportuno per espatriare clandestinamente in Francia.
Sembra che l'aggressore vivesse da parecchio tempo in Italia
e dopo un primo tentativo di ottenere il permesso di soggiorno
si sarebbe pian piano "irregolarizzato". La vittima sarebbe
stata uccisa con almeno cinque coltellate. Le indagini sono
condotte dei carabinieri di Ventimiglia, coordinate dal pm Luca
Scorza Azzarà della procura di Imperia.
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