"Abbiamo una bolletta da 700 mila euro e la stima è di tre volte tanto di aumento". Francesco Palau, presidente di Italian frozen food holding (Iffh), polo italiano dei surgelati, legge l'ultimo bollettino arrivato per lo stabilimento di Genova, per raccontare l'impatto del caro energia sull'attività, molto particolare di chi produce surgelati. Il gruppo che guida e di cui è azionista, controllato dal fondo Mandarin, riunisce la genovese Appetais (di cui è presidente) specializzata in piatti pronti surgelati a base di pesce, Ar (joint venture fra Appetais e Roncadin, produttore di pizze surgelate) le bresciane Alcass e Farma&Co e ha anche uno stabilimento a Chicago che ha aperto i battenti a luglio: in tutto 350 dipendenti e un fatturato di 63 milioni. "Come azienda che produce surgelati abbiamo il costo della produzione e poi il mantenimento dei prodotti. Dobbiamo alimentare motori collegati ai macchinari della produzione - spiega Palau - e ad enormi celle dentro cui stanno 2 mila bancali pieni di scatole di surgelati che vanno tenuti a meno 20 gradi di temperatura". Come si fronteggia la situazione? "Ci sono tre strade: ribalti al cliente l'aumento, cerchi di trovare efficienze - ma non ci sono tante soluzioni applicabili in tempi rapidi - ti fai carico di qualcosa, per cui se avevi un margine di 5 centesimi scenderai a 3. Ma al di sotto di una certa soglia subentra un problema di resistenza delle aziende e infatti ce ne sono tante che chiudono e chiuderanno".
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