"Due ragazzi che sono vicini al mio
cuore sono partiti per andare a combattere. Sono Jury , che ha
già ricevuto l'incarico militare ed è già nei luoghi dei
combattimenti. Ha chiesto la mia benedizione e prima di partire
e abbiamo pregato insieme. Ha chiesto di pregare per lui.
L'altro è partito due giorni fa, si chiama Vlodimyr, ma di lui
non so più nulla. E adesso ce n'è un terzo, che ha solo 16 anni.
Era arrivato qui ma non ce l'ha fatta. E' tornato in Ucraina".
Lo ha detto Padre Vitalj Tarashenko, parroco della chiesa di
rito bizantino che è punto di riferimento e coordinamento a
Genova per i profughi e gli aiuti umanitari.
La cappella dove padre Vitalj celebrava la messa non basta
più, è diventata un magazzino di stoccaggio di aiuti che
continuano ad arrivare e dove i piccoli profughi arrivati
stanotte giocano tra i pacchi e le scatole di cartone. La
raccolta dei beni di prima necessità "sta andando avanti
benissimo. Dico sinceramente- sottolinea padre Vitalj -, il
cuore dei genovesi non può essere messo in stand by, supera ogni
ostacolo".
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