"Pretendiamo risposte certe da
poter dare ai cittadini, alle imprese dell'outdoor e ai turisti.
Altrimenti siamo pronti a proteste eclatanti". Così i sindaci
dei 36 Comuni liguri della zona rossa istituita per contrastare
la diffusione della peste suina africana, a margine di un
incontro tra le Regioni e Anci, a cui hanno partecipato Anci
Liguria e Anci Piemonte.
Nel corso dell'incontro, le Regioni hanno preso l'incarico di
"assemblare" tutti gli emendamenti presentati al decreto legge
con l'obiettivo di creare una sorta di maxi-emendamento per
accelerare i tempi della conversione in legge del decreto,
previsto al momento non prima del 15 aprile.
"Dobbiamo sbrigarci - afferma il direttore generale di Anci
Liguria Pierluigi Vinai -. Se il governo non mette la fiducia si
rischia la buona riuscita delle vacanze pasquali ma bruciando
anche in anticipo la stagione estiva".
La speranza è quella di vedere una riapertura progressiva che
ponga fine al lockdown dei boschi e giusti e celeri ristori. Tra
le richieste anche quella di un sistema di abbattimenti
semplificato oltre alla individuazione di un percorso di
recinzioni che ricalchi solo i confini segnati dalla presenza di
infrastrutture e la riduzione del perimetro della zona rossa.
"Siamo nella fase della disperazione, i cittadini ci chiedono
risultati", afferma Natale Gatto, sindaco di Isola del Cantone e
coordinatore dei Piccoli Comuni liguri. "Attendere oltre rischia
di lasciare vere macerie sul territorio che diventa ogni giorno
più difficile contenere", commenta Katia Piccardo, sindaco di
Rossiglione. Nei prossimi giorni è prevista l'organizzazione di
una riunione con il vicepresidente della Regione Liguria
Alessandro Piana e il commissario per la peste suina africana
Angelo Ferrari, la valutazione dei testi (ordini del giorno e
ordinanze), il coordinamento con Anci nazionale e i parlamentari
liguri per accelerare la conversione del decreto legge.
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