Il progresso come elemento per
andare incontro anche alle fasce più deboli, la ricerca della
pace sociale, la soluzione del problema infrastrutturale,, il
calo demografico, lo sviluppo del porto, l'attenzione alle
periferie e l'impegno per i profughi ucraini. Sono i concetti di
cui parla l'arcivescovo di Genova Marco Tasca in una intervista
all'ANSA, partendo da un appello ai candidati sindaco.
Eccellenza, si avvicina l'appuntamento elettorale, il primo che
vive da arcivescovo di Genova. Quali dovrebbero essere gli
impegni dei candidati?
"Genova ha una comprovata e storica tradizione democratica. I
valori della libertà, dell'accoglienza ai migranti, del sostegno
alle fasce sociali più deboli, il rispetto per i valori etici e
religiosi, la salvaguardia della pace politica e sociale sono
punti di forza su cui poggia la città. Partendo da questa base
ideale, la Chiesa chiede di adoperarsi per il progresso e la
costruzione del bene comune; essa sarà collaborativa - come
sempre - con chi, condividendo questi valori, sarà chiamato a
governare la città".
Genova sta perdendo abitanti...
"Per offrire ai giovani la possibilità di non dover emigrare da
Genova, è auspicabile che la città mantenga ed incrementi
soprattutto la sua tradizione industriale, faccia crescere la
ricerca e il settore delle nuove tecnologie, risolva l'annoso
problema dei collegamenti aerei, stradali, ferroviari, permetta
al porto di svilupparsi e migliori la già in parte intrapresa
vocazione turistica, senza dimenticare l'interno del territorio
genovese. Se questo avvenisse, si svilupperebbe la possibilità
anche per i giovani di trovare lavoro in Genova".
Quali sono le principali criticità che osserva la Chiesa?
Siamo di fronte ad una città che negli ultimi decenni ha perso
decine di migliaia di abitanti. Bisogna ridare fiducia e
rovesciare il pessimismo che noto in molti, specie nei quartieri
periferici. Bisogna ridare alle diverse categorie sociali le
ragioni per ritrovare fiducia e speranza nel futuro. La Chiesa
sarà al fianco di chi opera per il bene e lo sviluppo della
società. Genova, a dispetto di quanto si dice, è una città
generosa e dal cuore grande. Una forza della città sono i molti
che operano gratuitamente nel silenzio e nella generosità verso
le persone meno fortunate che la pandemia ha fatto aumentare".
Eccellenza la guerra in Ucraina ha aperto un'emergenza
internazionale, qual è l'impegno della Chiesa genovese?
"La Chiesa genovese, nelle sue multiformi ramificazioni -
parrocchie, associazioni, gruppi, istituti, etc. -, in sinergia
con le istituzioni civili, ha dato il suo apporto alla
solidarietà, con una disponibilità ininterrotta di persone e
risorse. L'impegno è stato coordinato dalla Caritas diocesana,
in particolare in appoggio alla comunità ucraina presente presso
la chiesa di Santo Stefano, in Via XX Settembre, assistita dal
Cappellano Padre Vitaly Tarasenko e dall'associazione Pokrova.
Insieme ai tanti carichi di vestiario e beni alimentari e
sanitari, particolarmente importante è l'opera di accoglienza
dei profughi: sono diverse centinaia le persone (soprattutto
donne e bambini) accolte e sistemate presso strutture e
famiglie. Fondamentale in questo campo l'aiuto che è giunto dal
Santuario di Nostra Signora della Guardia, che ha messo a
disposizione 100 posti letto per l'emergenza".
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