"Verificheremo a 360 gradi tutti
gli aspetti della vicenda senza tralasciare nulla. Anche se al
momento quello che è emerso è che non c'erano elementi di
pericolosità". Così il procuratore Francesco Pinto dopo le
accuse di inerzia lanciate dalla mamma di Alice, la donna di 34
anni uccisa con oltre 17 coltellate dal fratello Alberto,
disoccupato di 42 anni, a Quinto.
Per approfondire la vicenda il pm che indaga insieme alla
squadra mobile è andata in questura per acquisire e sentire le
telefonate che i genitori dei due ragazzi hanno fatto alle forze
dell'ordine. La mamma dei due, ieri, ha puntato il dito contro
le forze dell'ordine e la salute mentale che non avrebbero
fermato il figlio nonostante le loro richieste di aiuto. Il
pubblico ministero oggi ha sentito di nuovo la donna e il marito
di Alice. Non è escluso che possano essere sentiti poi gli
operatori del 112 e quelli delle volanti per capire se sia stato
sottovalutato qualcosa.
Per gli investigatori, Scagni provava invidia per la vita
della sorella, come anche sottolineato dalla nonna dei due.
All'anziana, il giorno prima dell'omicidio, io nipote aveva
bruciato la porta di casa dopo il rifiuto all'ennesima richiesta
di soldi. L'uomo, infatti, chiedeva continuamente soldi ai
familiari che gli fornivano un buono da 50 euro della Coop per
farsi la spesa. Scagni però voleva di più e per questo le sue
richieste erano diventate sempre più pressanti.
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