"Il consuntivo 2021 si è chiuso con
un utile di circa 2 milioni, una somma al di sopra del debito
pregresso (1,6 milioni annui) che in base alla legge Bray
dobbiamo restituire annualmente allo Stato". Il sovrintendente
del Carlo Felice Claudio Orazi parla con soddisfazione della
situazione del teatro genovese, alla viglia di una stagione
impegnativa e di rilancio. "Quando arrivai a Genova sul finire
del 2019 - ricorda Orazi - avevo due impegni: assicurare il
risanamento del teatro e ottimizzare il lavoro per rilanciare il
Teatro. Nel 2021 abbiamo ottenuto l'adeguamento dell'organico
(92 professori d'orchestra, 60 professori del coro, 66 tecnici,
35 impiegati, 5 maestri collaboratori). E abbiamo aumentato in
maniera esponenziale la produzione fino ad arrivare ai numeri di
questa stagione. Gli Enti locali ci seguono con attenzione: il
Comune quando sono arrivato a Genova erogava 2,7 milioni. Ora è
passato a 4,5; la Regione dall'1,250 milioni del passato è
salita a 2,3 nel 2021 e prevede 3 milioni per il periodo
2022-2024".
Obiettivo centrale è la riconquista del pubblico "storico".
Le due ultime stagioni hanno infatti segnato una sensibile
flessione del pubblico a livello nazionale: al Carlo Felice tale
calo è stato solo in parte compensato dall'iniziativa verso i
giovani avviata con la sponsorizzazione di Iren: "La flessione a
livello nazionale è stata causata dal covid ma anche da una
situazione economica sempre più precaria - è il parere di Orazi
- E' un fatto che gli abbonati storici siano in diminuzione e
cercheremo di recuperarli. L'operazione con i giovani non è
occasionale, ma ben strutturata e ricordo che il sindaco Marco
Bucci ancora recentemente ha dichiarato che secondo lui i
giovani dovrebbero entrare gratis a teatro. Ai giovani occorre
dare opportunità. E i nostri vengono preparati in quanto inviamo
alle scuole schede illustrative, gli studenti del liceo musicale
Pertini tengono lezioni ai loro colleghi degli altri licei. E
l'iniziativa sta allargandosi tanto che registriamo interesse da
parte non solo degli istituti genovesi, ma anche di Rapallo,
Chiavari e Spezia".
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