"Ho potuto toccare con mano il
dolore e il sentimento di ingiustizia che dopo il crollo di
Ponte Morandi investì tutto il Paese". Così il ministro delle
infrastrutture e dei trasporti Enrico Giovannini parla, in una
intervista al quotidiano genovese Secolo XIX, della "forte
emozione" per la tragedia del Morandi, dove il 14 agosto 2018
persero la vita 43 persone, e di quanto quel che è successo
abbia potuto innescare l'azione di prevenzione.
Un'occasione per parlare anche delle infrastrutture, a
partire dalle linee guida più stringenti sulla sicurezza per
assicurare la manutenzione di ponti, tunnel, di tutte le 'opere
d'arte' e il rapporto con Aspi "con l'accordo per la cessione a
Cdp" e la "revisione della concessione per rendere meno
favorevole la posizione del concessionario e riequilibrare il
rapporto a vantaggio dello Stato".
Giovannini ha parlato anche della Diga di Genova, dicendosi
"contento che due grandi gruppi stiano competendo per la
realizzazione di una delle opere più importanti del nostro
sistema portuale nazionale, ma anche iconica" e della Gronda
sulla quale ci sono polemiche "che non comprendo - ha detto il
ministro -. La Gronda fa parte di un progetto ineludibile per
liberare Genova da un traffico attuale". Il ministero, ha detto
"sta facendo è un'analisi tecnica per capire se il progetto è
rispondente anche alle linee guida e di sostenibilità che il
governo si è dato in questo anno e mezzo. Il lavoro è in corso".
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