"Siamo molto orgogliosi di
essere stati selezionati per la costruzione della nuova diga
foranea di Genova, opera strategica e di grande impatto per la
città, che contribuirà alla creazione di un sistema integrato di
trasporti per riportare l'Italia ad essere area strategica per
il commercio nel Mediterraneo e porta per l'Europa". Pietro
Salini, amministratore delegato di Webuild, a capo della cordata
con Fincantieri, Fincosit e Sidra che si è aggiudicata la
costruzione della nuova diga di Genova commenta così nel corso
della conferenza stampa a palazzo San Giorgio la scelta e
sottolinea: "Come tutte le infrastrutture è un'opportunità per
rimettere al centro il lavoro e ridare fiducia alle famiglie e
ai territori".
Per quanto riguarda l'aspetto tecnico, sottolinea che si
tratta di un progetto "estremamente complesso dal punto di vista
ingegneristico e particolarmente sfidante" che per il gruppo
arriva dopo la costruzione di Ponte San Giorgio (e come per
ponte San Giorgio ci saranno telecamere accese 24 ore su 24 in
modo che si possano seguire i lavori) senza contare che Webuild
sta realizzando anche il Terzo Valico.
Alle obiezioni di chi aveva definito irrealizzabile la diga
con questo progetto, replica: "Ci occupiamo e ci siamo occupati
di ingegneria e infrastrutture negli ultimi anni - dice Salini -
e abbiamo realizzato qualcosa di abbastanza sofisticato come il
canale di Panama. Il nostro gruppo ha ben ponderato e valutato
le difficoltà che avrebbe affrontato con questo progetto: è
chiaro che quando si parla di cento cassoni la cui altezza è
grosso modo un palazzo di undici piani e si comincia pensare
come si muovono e come si posano su una fondazione, ti stai
misurando su sfide che sono al limite di tecnica e ingegneria:
qui ci misuriamo con una diga che ha un record in termini di
profondità. Sono le stesse domande che ci pongono anche per il
ponte di Messina: si può fare? Tutto quello che non si è fatto
prima quando si fa è una cosa che diventa semplice, penso che
valga anche qui. Affrontiamo le difficoltà senza sottovalutarle
ma anche senza sopravvalutarle".
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