Sono stati assolti con formula
piena i due operai ex Ilva licenziati dall'azienda alla fine del
2020 per aver allestito la cosiddetta 'sala relax' all'interno
dello stabilimento genovese. I due lavoratori erano accusati di
furto aggravato e detenzione di munizioni. "Come Fiom di Genova
apprendiamo con soddisfazione di tale assoluzione di cui eravamo
convinti, che smonta assurdi teoremi distantissimi dalla storia
di questo stabilimento e dei lavoratori siderurgici genovesi"
dicono in una nota il segretario genovese della Fiom Stefano
Bonazzi e Armando Palombo della rsu della Fiom in Acciaierie
d'Italia.
L'azienda aveva scoperto la stanza adibita a refettorio nel
corso di un'ispezione e aveva chiamato la polizia perché tra i
tanti oggetti in disuso c'erano alcuni vecchi bossoli. Era stata
chiamata anche la Digos che tuttavia, dopo una rapidissima
verifica, aveva escluso senza alcun dubbio qualsiasi ipotesi
eversiva come fatto balenare dall'azienda. Ad essere sospesi e
poi licenziati erano stati in quattro: i due operai che
effettivamente utilizzavano la sala per mangiare durante il
turno di notte, il loro responsabile, un ingegnere che avrebbe
avuto il compito di controllare il corretto utilizzo dei locali
e un terzo operaio che aveva sbeffeggiato un dirigente
dell'azienda in un vocale su whatsaspp. Immediate erano scattate
le proteste dei lavoratori per chiedere il reintegro dei
colleghi con scioperi ai varchi e uno degli operai era stato
immediatamente reintegrato mentre per gli altri due, che erano
stati denunciati dall'azienda, il reintegro non era stato
possibile. L'ingegnere licenziato ha ora un altro lavoro.
"Resta aperta la situazione estremamente complessa degli
impianti - ricordano Bonazzi e Palombo - per cui i lavoratori
di tutto il gruppo hanno scioperato lunedì scorso, che vedono
l'assenza di investimenti e manutenzione. Proprio oggi
apprendiamo dello slittamento dell' assemblea degli azionisti
del gruppo, lo riteniamo un pessimo segnale. Il Governo in tempi
brevi deve intervenire per far sì che la siderurgia in Italia
non prosegua questa lenta agonia".
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