Entrerà nel vivo lunedì prossimo il
processo per il crollo del ponte Morandi (14 agosto 2018, 43
vittime). Il 12 dicembre verranno sentiti i primi testimoni e
cioè i sopravvissuti e le persone ferite. Lo hanno deciso i
giudici del collegio con l'ordinanza che ha stabilito quali
testi sentire e quali prove ammettere. Dopo i feriti, a cui
saranno dedicate tre udienze, ci saranno i medici legali che
hanno stabilito l'entità delle lesioni e la durata e poi, poco
prima di Natale, i membri della commissione ministeriale. I
giudici hanno escluso come testimone il perito svizzero Bernhard
Elsener, che si era astenuto dopo una intervista alla
televisione svizzera in cui aveva anticipato alcune conclusioni
della perizia.
Non accolta al momento la richiesta di alcuni difensori degli
imputati di una nuova perizia su alcuni elementi mai esaminati.
I giudici hanno però spiegato che potrà essere valutato in una
fase successiva se disporla. Ammessi 'con riserva' quasi tutti i
documenti depositati dalla procura salva la possibilità per i
difensori di sollevare di volta in volta eccezioni sulla loro
legittimità. Infine, per quanto riguarda le parti civili i
giudici hanno spiegato che per loro sono sufficienti le prove
documentali degli eventuali danni patiti.
Sono 58 le persone imputate tra ex dirigenti di Autostrade e
Spea (la controllata che si occupava delle manutenzioni) e
tecnici, ex e attuali dirigenti del ministero delle
Infrastrutture e del provveditorato delle opere pubbliche. Le
due società sono uscite dal processo patteggiando circa 30
milioni di euro. Secondo l'accusa tutti sapevano delle
condizioni del Morandi ma nessuno fece nulla seguendo la logica
del risparmio per garantire maggiori utili da distribuire ai
soci.
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