"I premi non mi interessano, li
butto fuori dalla finestra, ma questo è diverso mi viene dato a
Genova da Genova, allora diventa importante visto che sono
innamorato di questa città". Lo ha detto Gino Paoli in occasione
della consegna della Croce di San Giorgio, onorificenza
istituita dalla Regione. "Quando non hai niente da dire, stai
zitto. Lo diceva mio padre e io seguo sempre il suo
insegnamento. L'unica cosa che devo dire oggi è che ultimamente
ho visto da parte del sindaco Bucci e del presidente Toti e
Bucci una discreta attività che mi ha soddisfatto, come non si
vedeva da 40, 100 anni a Genova. A partire da quanto hanno fatto
per il ponte, quel crollo se lo sono preso sulle spalle e hanno
ricucito Genova che era divisa in due".
Paoli ha parlato a ruota libera. "I nuovi rapper genovesi che ho
conosciuto sono dei ragazzi simpatici, educati, non ho avuto
alcuno choc del vecchio signore che incontra il ragazzino peste,
che non c'è, ci sono dei ragazzi inquadrati in un'altra maniera.
I ragazzi di oggi sono inquadrati come lo eravamo noi in una
certa maniera, già all'uscita da scuola sono vestiti tutti
uguali, sembrano abbiano la divisa, invece una volta c'era la
divisa vera, adesso te la metti da solo", ha detto. Poi il
Festival di Sanremo. "Non lo guarderò non l'ho mai guardato,
perché non voglio e non mi piace essere critico, non voglio
criticare dall'alto dei miei 60 anni di mestiere. Se uno giudica
la prima volta è uno stronzo, diceva un saggio cinese, se
giudica la seconda volta è un po' meno stronzo, chi non giudica
mai è il saggio".
E ammettendo che gli piace "Nat King Cole, ma voi non lo
conoscete", parla della scuola cantautorale di Genova: "I
cantautori di Genova hanno il merito di aver capito che la
canzone poteva essere usata come mezzo di espressione, come la
scrittura, la poesia e la pittura, noi siamo degli artisti che
hanno usato la canzone per esprimere qualcosa dentro la testa,
esprimere un'emozione è anche un tradimento perché non si può
esprimere un fatto astratto come l'emozione, ci si può andare
vicino". E poi un pensiero per il luogo del cuore. "La zona di
Genova a cui sono più legato è di certo Boccadasse, c'ho vissuto
per due anni, quando sono andato via da casa ho abitato a
Boccadasse in una soffitta, bellissima, d'inverno faceva troppo
freddo, d'estate troppo caldo, però ero felice lì".
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