Andrea Incorvaia, la guardia
giurata di 32 anni che ha ucciso la fidanzata Giulia Donato, 23
anni, e poi si è tolto la vita aveva intrapreso un percorso
terapeutico per uno stato depressivo. Su questo elemento stanno
concentrando le indagini gli investigatori della squadra mobile
di Genova, diretti dal primo dirigente Stefano Signoretti e dal
vice Iva Currà. Gli inquirenti vogliono capire se Incorvaia
avesse comunicato le sue condizioni alla società per cui
lavorava e se fossero tali da dover provvedere a togliergli la
pistola.
Secondo gli inquirenti, coordinati dal sostituto procuratore
Francesca Rombolà, l'omicidio sarebbe avvenuto nella tarda
mattina di ieri. Giulia era a letto perché influenzata e Andrea
le avrebbe sparato un solo colpo a distanza per poi rivolgere
l'arma contro se stesso. A trovarli, nel tardo pomeriggio, la
sorella della guardia giurata preoccupata perché non lo sentiva
dalla sera prima e sapeva che i due litigano spesso e si stavano
lasciando. Quando è arrivata ha bussato ma nessuno le ha aperto.
Si è fatta dare le chiavi da una amica de e ha trovato i due
corpi in camera da letto. Il pm ha disposto l'autopsia che verrà
eseguita sabato dal medico legale Francesca Drommi. Giulia, che
un anno fa aveva perso la figlioletta Azzurra (nata prematura) a
un mese dalla nascita, avuta da una precedente unione, aveva
deciso di interrompere il fidanzamento con Incorvaia per il suo
comportamento morboso.
In Liguria in poco più di 5 anni sono state uccise 25 donne,
più della metà nella provincia di Genova
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