Sono solo 444 i cinghiali abbattuti
in un anno tra le province di Alessandria, Savona e Genova, la
zona rossa per la peste suina africana, rispettivamente 98 capi
infetti o a rischio infezione in Liguria e 346 in Piemonte. E'
il dato fornito dalla Confederazione italiana agricoltori (Cia)
in una conferenza a Genova a un anno dal primo caso accertato
della malattia.
"Nella zona rossa le regole imposte hanno portato a uno
'sciopero' dei cacciatori che non hanno nessuna convenienza a
fare le battute di caccia e poi far analizzare il capo",
denuncia la Cia ricordando che il numero totale (sottostimato)
dei cinghiali è di oltre 104 mila in Piemonte, tra 35 e 56 mila
in Liguria.
La confederazione fa notare che "si confida sull'attività
venatoria, ma in Liguria i cacciatori attivi nella stagione
2011-12 erano 20.524; dieci anni dopo sono 13.885. In Piemonte
in vent'anni si sono dimezzati: oggi sono meno di 17 mila. Non è
un caso che in questi anni l'obiettivo prefissato di capi da
abbattere - a fronte oltretutto di una popolazione
abbondantemente sottostimata - non sia mai stato raggiunto".
Nella stagione 2022/2023 i piani regionali prevedono
l'abbattimento di 50 mila cinghiali in Piemonte e 38 mila in
Liguria. "Ma rimaniamo sempre nel campo delle ipotesi
irrealizzabili. - sostiene il presidente di Cia Liguria Stefano
Roggerone - E' un obiettivo impossibile da raggiungere visto che
ad oggi nella zona rossa è stato abbattuto un numero di capi
irrisorio rispetto agli obiettivi e non sono state messe a punto
neppure le battute di caccia. Le aziende vivono una situazione
surreale: gli agricoltori continuano a subire danni dai
cinghiali, gli allevatori hanno dovuto abbattere i suini, 6.499
maiali macellati in Piemonte, 286 in Liguria: tutti sani".
Cia chiede: rimborsi immediati per allevatori e certezza sulla
ripresa delle attività, risorse per coprire i danni subiti dagli
agricoltori, certezze su numero e tempistica degli abbattimenti
dentro e fuori la zona rossa, la nomina di un commissario
straordinario con pieni poteri, la revisione delle legge che
tutela la fauna selvatica e la liberalizzazione dell'utilizzo
delle gabbie anti cinghiale.
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