Il Consiglio di Stato ha accolto i ricorsi d'appello di Regione Liguria, società Recos Spa e Provincia della Spezia ribaltando la sentenza del Tar della Liguria che si era pronunciato sfavorevolmente al progetto di Biodigestore a Saliceti, al confine tra i comuni di Santo Stefano Magra e Vezzano Ligure. I giudici amministrativi di appello hanno quindi confermato la validità degli atti relativi alla domanda presentata dalla Recos Spa alla Regione Liguria per ottenere l'assenso al progetto di un impianto per il trattamento e il recupero di rifiuti con produzione di biometano sostenibile avanzato e compost di qualità da realizzare in località Saliceti del Comune di Vezzano Ligure. "Si deve quindi ritenere, in riforma della sentenza impugnata, che siano infondati i motivi di ricorso di primo grado secondo i quali l'atto impugnato sarebbe illegittimo solo perché prevede l'impianto come da realizzare a Saliceti senza che ciò risulti dalla previa pianificazione regionale e provinciale - spiega il Consiglio di Stato nella sentenza pubblicata oggi - Si precisa che sono estranee all'oggetto di causa le successive vicende ricostruite dalle parti, per cui la Regione avrebbe individuato il sito di Saliceti come idoneo a ospitare l'impianto in successivi aggiornamenti della propria pianificazione".
"La sentenza del Consiglio di Stato che riforma la decisione del Tar Liguria sulla vicenda del biodigestore a Saliceti è un significativo risultato che conferma la correttezza del percorso autorizzativo intrapreso da Regione e la validità delle scelte fatte in materia di rifiuto", commenta l'assessore all'Ambiente Giacomo Raul Giampedrone. "Alla luce della decisione odierna potrà trovare realizzazione una delle principali infrastrutture previste dalla pianificazione regionale per la gestione della frazione organica evitando costi ed impatti ambientali conseguenti all'invio ad impianti extra regionali del rifiuto. Un progetto che anche a livello nazionale ha ricevuto un oggettivo riconoscimento, con il contributo concesso dal Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica a valere su risorse Pnrr di 40 milioni, massimo ammissibile su una spesa complessiva di 52 milioni 400 mila euro. Ora ci aspettiamo che tutti i soggetti chiamati ad aprire i lavori lo facciano nel minor tempo possibile per dare finalmente risposte concrete alla chiusura del ciclo dei rifiuti per la frazione organica"
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