Quattro misure di custodia cautelare in carcere nei confronti di cittadini sudamericani: sono il frutto di una operazione congiunta della Questura e del Comando provinciale dei Carabinieri della Spezia. I quattro arrestati sono ritenuti responsabili di importazione, detenzione e spaccio di ingenti quantitativi di cocaina e di vilipendio e occultamento del cadavere di un corriere, i cui resti erano stati ritrovati nel bosco di monte Parodi alle spalle della Spezia a febbraio dello scorso anno. Le operazioni si stanno svolgendo tra le province della Spezia e di Massa Carrara. I provvedementi di custodia cautelare sono stati emessi dall'autorità giudiziaria a seguito di un'attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica della Spezia e condotta congiuntamente dalla Squadra Mobile della Questura e dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri.
Nell'operazione sono impiegate oltre 60 tra poliziotti e carabinieri.
Le indagini erano partite dal ritrovamento di un teschio e altri resti umani da parte di un escursionista. Venne scoperto che erano i resti di un corriere morto a causa dello scoppio di alcuni ovuli di cocaina che aveva ingerito. Il gruppo per recuperare l'altra droga che l'uomo aveva in corpo aveva smembrato il cadavere.
Le misure cautelari emesse dal gip del tribunale di Spezia Fabrizio Garofalo su richiesta del procuratore capo Antonio Patrono e del sostituto Maria Pia Simonetti sono a carico di due dominicani, un colombiano e un ecuadoriano. I reati contestati sono traffico internazionale di sostanze stupefacenti, morte come conseguenza di altro delitto, vilipendio e occultamento di cadavere e spaccio di cocaina. Il principale indagato, un 37enne domenicano non è stato rintracciato. Il 17 febbraio 2022 un escursionista, che stava passeggiando su un sentiero in località Carpena di Marinasco - attratto dal comportamento anomalo dei propri cani e dal loro inusitato latrato - ritrovò le ossa di un bacino e altri resti umani e allertò le forze dell'ordine. A seguito di successivi sopralluoghi in una zona molto impervia vennero ritrovati altri resti umani della stessa persona, presumibilmente un anziano, e tre ovuli di cocaina Polizia e carabinieri puntarono le indagini su un traffico internazionale di sostanze stupefacenti gestito alla Spezia e pensarono che l'uomo potesse essere un "corriere ovulatore", verosimilmente sudamericano, deceduto a causa di complicanze insorte durante il trasporto di un importante quantitativo di cocaina. Gli esami confermarono questa ipotesi: il cadavere presentava chiari segni di intossicazione da stupefacenti compatibili con la rottura di un ovulo, nonché tracce di un'operazione chirurgica artigianale effettuata post-mortem per recuperare lo stupefacente. I resti dell'uomo non permisero l'identificazione ma la svolta alle indagini è venuta da una notizia appresa da personale del Nucleo Investigativo dell'Arma dei Carabinieri nel corso di un'altra attività investigativa che attribuiva l'organizzazione del trasporto della partita di cocaina finito in tragedia ad un trentasettenne dominicano residente alla Spezia Secondo la notizia, il trentasettenne - con la complicità di altri sudamericani - dopo aver organizzato l'importazione internazionale della droga, a causa dell'improvviso decesso del corriere all'interno di un affittacamere del centro cittadino, ne aveva abbandonato i resti nel bosco per poi recuperare lo stupefacente. Le indagini condotte con pedinamenti, intercettazioni, analisi dei tabulati telefonici hanno permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza, oltre che sul 37enne, anche nei confronti di altri due sudamericani di 27 e 29 anni con i quali, nel dicembre 2021, l'uomo aveva organizzato l'importazione di cocaina in ovuli per 1 kg attraverso il corriere poi morto. Le indagini hanno permesso di accertare anche che i tre avevano come complice un altro sudamericano di 30 anni, con regolare lavoro (consegna pacchi per una società di trasporti) che oltre ad essere coinvolto nel traffico internazionale di stupefacenti gestiva anche un'intensa attività di spaccio di cocaina "al minuto", sostanzialmente a domicilio, utilizzando per la consegna delle dosi di droga furgoni della ditta per cui lavorava. Questo ha portato a scoprire un giro di spaccio, non legato alla morte del corriere gestito da un cinquantenne dominicano residente alla Spezia ed un trentaduenne colombiano residente a Carrara (MS), entrambi tratti in arresto, e di una ventiseienne dominicana, residenti alla Spezia, denunciata in stato di libertà.
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