"L'autonomia differenziata divide il Paese, perché un conto è ragionare sul ruolo e sulle capacità amministrative delle Regioni, altro, invece, e spezzettare settori come quello dell'istruzione". Elena Bruzzese, segretario Flc Cgil Genova, riassume così le ragioni della mobilitazione che ha portato in presidio, davanti alla prefettura di Genova, i rappresentanti di Flc Cgil, Uil Scuola e Gilda. "Quello che rischiamo è un aumento delle diseguaglianze - prosegue - con retribuzioni differenti a seconda della capacità economica delle regioni, e questo oltre a creare divari non è costituzionale".
All'iniziativa è collegata anche una raccolta firme che ha lo scopo di preservare il sistema pubblico scolastico, per portare in Parlamento una legge di iniziativa popolare che miri a tutelare la dimensione statale e nazionale del sistema di istruzione. "Noi diciamo un secco no alla regionalizzazione della scuola - spiega Davide D'Ambrosio, segretario generale di Uil Scuola Liguria - e con questa raccolta firme chiediamo una legge che riesca a fermare questa tendenza. La scuola deve essere unica su tutto il territorio nazionale, statale, e gli alunni devono avere gli stessi diritti e le stesse opportunità di formazione, da nord a sud".
Una riforma che, tra l'altro, danneggerebbe particolarmente la Liguria. "La nostra regione, con questa riforma, avrebbe meno di quanto ha attualmente - conclude Andrea Carosso, di Gilda Liguria - perché non siamo una regione forte come la Lombardia o l'Emilia Romagna e in una situazione come la nostra dov'è si prendono cento maestri l'anno e ne vanno in pensione duecento rischiamo di avere docenti non specializzati che insegnano, o maestre e insegnanti di sostegno che non hanno titolo".
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