"Mi trovo con una grande
responsabilità politica e amministrativa ma ritengo che sia una
vittoria enorme della città che ha trovato dopo tanti anni
l'unità nel centrosinistra, basato su un programma con al centro
il cittadino e non le grandi opere". Così Ivan Bracco, 54 anni,
vice commissario di polizia (responsabile della polizia postale
di Imperia) ha presentato la sua candidatura a sindaco di
Imperia, sfidando il sindaco uscente ed ex ministro Claudio
Scajola.
Partita dai risvolti assai curiosi. Bracco dal 2010, ha
indagato su Scajola per sei diverse inchieste, tutte archiviate
tranne una, quella in cui avrebbe favorito la latitanza dell'ex
deputato di Fi Amedeo Matacena (in primo grado è stato
condannato a 2 anni). Ma il poliziotto ci tiene a precisare:
"Nulla di personale, ma come il poliziotto è di tutti, anche il
sindaco deve esserlo. Le indagini? Ho fatto il mio lavoro -
afferma - cercando di farlo al meglio. Non ho rivalse e mi
spiace che il sindaco non voglia confrontarsi, è una mancanza
nei confronti dei cittadini. Non sta sbagliando verso me, ma
verso tutta la cittadinanza che ha bisogno di capire i programmi
e l'offerta che la politica vuol mettere in campo. Il sottrarsi
al dialogo è un grande difetto". Scajola, a la Repubblica,
risponde: "Bracco ha passato la vita pensando a me, la Sinistra
ha schierato il mio persecutore, ma non voglio che diventi un
personaggio, non concederò il confronto".
Bracco ha ricompattato il centrosinistra (Pd, Psi, Si e le
liste civiche Imperia rinasce, Imperia al Centro) grazie anche
all'intervento della segreteria nazionale del Pd che ha
ricomposto una frattura: il Pd locale aveva proposto la
dipendente della Regione Laura Amoretti e questo aveva
determinato l'addio al partito dell'ex presidente della
Provincia Domenico Abbo che si aspettava l'investitura. Abbo era
confluito nella lista formata da Bracco che gli aveva lasciato
la candidatura a sindaco.
Poi l'intervento della segreteria con Schlein e Boccia e la
scelta di Bracco a sfidante di Scajola che è sostenuto da Lega,
FI, Lista Toti, Udc, partiti che hanno rinunciato ai simboli
come chiesto dal sindaco, ma non da Fdi che porta il colonnello
dei carabinieri Luciano Zarbano. Alcuni sondaggi danno Scajola
oltre il 60%.
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