Al grido di "giù le mani dal nostro mare" è iniziata la manifestazione di protesta davanti all'ingresso del Consiglio regionale della Liguria organizzata dal coordinamento dei comitati savonesi contro il progetto del rigassificatore a Vado Ligure nel giorno della seduta monotematica dell'assemblea sul tema.
Alcune centinaia i manifestanti al momento in piazza con cartelli, striscioni e fischietti, ma ne sono attesi altri in arrivo dal savonese. Alcuni espongono magliette bianche e accessori blu simbolo per la difesa dell'ambiente marino. 'No rigassificatore difendiamo il nostro mare', 'no al gas-sì alle energie rinnovabili, 'no al rigassificatore a Vado, no al tunnel della Val Fontanabuona, no a progetti scellerati', è scritto in alcuni striscioni. In piazza esponenti di M5S, Pd, Lista Sansa, altri partiti della sinistra, Legambiente e movimenti e associazioni ambientaliste. In Consiglio regionale è prevista la seduta monotematica sullo spostamento di nave Golan Tundra da Piombino a Vado.
Da Legambiente osservazioni Regione e ministero
Legambiente Liguria ha recapitato in Regione Liguria e al Ministero dell'ambiente una serie di osservazioni "per ribadire la propria contrarietà all'installazione della nave Golar Tundra davanti alle spiagge di Savona e Vado Ligure". "Lo spostamento del rigassificatore da Piombino a Vado causerà un impatto ambientale irreversibile e notevoli rischi per i residenti - spiega Dario Franchello di Legambiente Savona - Tale gas ha un potere climalterante, fino a 85 volte superiore alla CO2 (Ispra 2022) e quini non può essere considerato una risorsa rinnovabile, a discapito della decisione Ue di inserirlo nella tassonomia delle attività ecologicamente e socialmente sostenibili, sia pure nel periodo transitorio". Nelle osservazioni viene inoltre evidenziato come "il gas freddissimo, a contatto con l'acqua di mare molto più calda, inizierebbe a ribollire, a evaporare e formare una pericolosa nube. Questa nube di metano evaporato rimarrebbe più fredda e più densa dell'aria e potrebbe viaggiare sfiorando la superficie marina, spinta dal vento, verso la terraferma. Scaldandosi lentamente la nube comincerebbe a mescolarsi con l'aria. Una miscela fra il 5 e il 15% di metano con l'aria è esplosiva". Il pericoli, scrive Legambiente "sono evidenti per l'uomo come per le specie presenti. Tra l'altro la Golar Tundra verrebbe posizionata all'interno del Santuario Pelagos, area marina internazionale dedicata alla protezione dei mammiferi marini e dei loro habitat istituita nel 2002 con un Accordo multilaterale tra Italia, Francia e Monaco. Ci chiediamo poi l'utilità di questa scelta - prosegue Franchello - dal momento che come riportava Altreconomia lo scorso anno ò'Italia ha esportato oltre 4,5 miliardi di metri cubi di gas fossile, il triplo del 2021, 11,5 volte in più rispetto al 2005. La gran parte verso l'Europa centrale. Una crescita verticale che racconta la dinamica speculativa dell'ultimo biennio. Mentre i consumi interni sono calati del 10% rispetto al 2021".
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