"L'intenzione è tenere alta
l'attenzione su una vicenda che si protrae da troppo tempo. Ieri
sera c'è stato il Cda, attendiamo notizie. Comunque oggi daremo
un segnale alla città e al Paese che il tempo è scaduto, c'è
bisogno di investimenti". Lo ha detto Armando Palumbo della Rsu
Fiom dell'ex Ilva di Genova prima che i lavoratori uscissero
dallo stabilimento per andare a bloccare la strada per
l'aeroporto.
"Speriamo che terminino presto queste liti tra pubblico e
privato perché a farne le spese sono i lavoratori che pagano con
la cassa e un deterioramento degli impianti troppo rischioso per
chi lavora - ha aggiunto Palumbo -. Le preoccupazioni sono
forti, la trattativa è ingessata. Uno stabilimento come Genova,
ma anche Novi e Taranto, sono inchiodati sulla produzione.
Genova finirà l'anno a 200mila tonnellate su un milione, Taranto
è sotto i 3 milioni di tonnellate: un'azienda così non può
durare".
I lavoratori hanno anche voluto ricordare Anila Grishaj,
l'operaia morta nei giorni scorsi in fabbrica a Pieve di Soligo
(Treviso), con un minuto di silenzio.
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