Il livello di benessere nelle
province liguri è inferiore rispetto al complesso dei territori
del Nord-ovest e prossimo a quello dell'Italia. Lo rileva un
report dell'Istat sul benessere equo e sostenibile in base a 70
indicatori, dalla salute all'istruzione, dal lavoro alle
relazioni sociali, dalla sicurezza all'ambiente, fino alla
qualità dei servizi. Nella classifica delle province italiane
divise in 5 classi di benessere relativo (bassa, medio-bassa,
media, medio-alta e alta), nell'ultimo anno di riferimento il
39,7% degli indicatori colloca le province liguri nella classe
alta e medio-alta, a fronte del 50,1% del Nord-ovest e del 42,7%
dell'Italia.
La Liguria si colloca sopra la media europea per tre dei nove
indicatori di benessere equo e sostenibile dei territori
disponibili per il confronto: speranza di vita alla nascita e
mortalità infantile nel dominio Salute, rispettivamente al 34mo
e 97mo posto su 234 regioni, partecipazione elettorale nel
dominio Politica e istituzioni, all'83mo posto su 226 regioni.
Tutti i restanti indicatori, nei domini Istruzione e
formazione, Lavoro e conciliazione dei tempi di vita, Ambiente e
Innovazione, ricerca e creatività sono su livelli più bassi
della media Ue27. Nell'ultimo anno i livelli di benessere
relativo maggiori si osservano nella città metropolitana di
Genova. La provincia più svantaggiata della regione è Imperia,
che nell'ultimo anno si trova nelle due classi di coda della
distribuzione nazionale per il 44,3 per cento degli indicatori.
Il tasso di emigrazione ospedaliera in altra regione è
superiore alla media del Nord-ovest e a quella Italia in tutte
le province. Punti di debolezza emergono anche nel dominio
Ambiente, segnalati in particolare dagli indicatori sulla
popolazione esposta ai rischi frane ed alluvione e da quelli
sulla produzione e sulla raccolta differenziata dei rifiuti.
Inferiore al valore medio nazionale in tutte le province anche
la quota di produzione di energia elettrica da fonti
rinnovabili.
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