Il giudice per le indagini
preliminari ha disposto il sequestro di quasi un milione di euro
nell'ambito dell'inchiesta sulle aziende 'fantasma' che
avrebbero ottenuto illegittimamente i ristori pubblici per
essere state danneggiate dal crollo del ponte Morandi (14 agosto
2018, 43 vittime).
È stata la Procura di Genova a chiedere il blocco dei fondi
per sei società. Nei giorni scorsi il pubblico ministero
Giancarlo Vona aveva chiuso le indagini per 10 persone accusate
di avere detratto quella cifra dalle dichiarazioni dei redditi
delle proprie imprese approfittando delle agevolazioni erogate
alle società delle zone 'rossa' e 'arancione'.
Secondo la guardia di finanza, a ideare il sistema sarebbero
stati Cristina Gazzotti e Alessandro Colliva, rispettivamente
legale rappresentante e direttore dell'intermediario Ge.Co.
Consulting, con sede a Bologna. Erano loro a presentare gli F24
attraverso i quali veniva effettuata la compensazione delle
tasse. Gli altri otto sono titolari di imprese. Per l'accusa,
alla fine del 2019 alcune aziende si erano trasferite
all'interno del perimetro della 'zona rossa' o 'arancione'
disegnata dall'allora commissario per l'emergenza Giovanni Toti
dopo il crollo. Gli investigatori avevano scoperto che si
trattava di imprese arrivate all'improvviso, che avevano assunto
decine di dipendenti per godere dei ristori o degli sgravi
fiscali, altre avrebbero avviato una attività solo sulla carta,
fruendo comunque del credito di imposta. Le indagini hanno messo
in evidenza che alcune aziende si sono costituite ex novo, altre
hanno trasferito il loro domicilio fiscale fittiziamente, altre
ancora hanno affittato pochi metri quadrati senza mai risultare
operative.
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