"Ho scoperto l'esistenza del ponte Morandi un quarto d'ora dopo il crollo. Ero a un funerale di un amico a Venezia. Fu una sorpresa drammatica". A dirlo è stato l'ex ministro del Lavori pubblici del primo governo Prodi Paolo Costa, sentito oggi al processo per la tragedia del 14 agosto 2018 (43 vittime). Costa è stato anche presidente di Spea, la controllata che si occupava della sorveglianza. "Non avevo alcuna conoscenza tecnica del ponte. Ho letto le carte dopo.
Quel giorno mi sono messo dalla parte di chi ha subito quella tragedia. Bisogna piangere con loro. Sì è parlato del retrofitting (il rinforzo delle pile 9 e 10, ndr). Se fosse partito sei mesi prima staremmo a raccontare una storia diversa".
Costa, chiamato come testimone dalla difesa dell'ex ad Giovanni Castellucci, ha ripercorso l'iter della privatizzazione del mercato autostradale e del suo ingresso in Spea, avvenuto nel 2011. Castellucci è tornato in aula dopo settimane. "Il mio compito in Spea - ha detto Costa - era quello di accreditarla all'estero. Tutto all'interno funzionava e andava bene. La reputazione nazionale ci vedeva tra i primi e all'estero ci accolsero bene".
Cerchiai, "in riunioni mai parlato di sicurezza Morandi"
Ricorda che venne detto che sul Polcevera "non c'erano rischi sostanziali" ma non ricorda di aver partecipato alla, ormai, famosa riunione di induction del 2010 in cui si parlò di "rischio crollo", come aveva invece ricordato Gianni Mion, l'ex numero uno di Edizione, la holding della famiglia Benetton. È quanto ha detto, in sintesi, Fabio Cerchiai, presidente di Atlantia da aprile 2010 ad aprile 2022, nel corso della sua testimonianza nel processo per il crollo del ponte Morandi (14 agosto 2018, 43 vittime). "Non ho memoria che nelle riunioni di induction si sia mai parlato di problemi di sicurezza relativi al ponte Morandi. E, in generale, in quelle riunioni, non si faceva riferimento a strutture specifiche". Per la procura sarebbe stato lo stesso Cerchiai invece a convocare quella riunione. Ma il top manager ricorda di avere partecipato invece a quella successiva, il 10 novembre 2010, del Comitato completamento lavori che, secondo l'accusa, venne convocata proprio dopo quanto emerse dalla precedente. Il pm Marco Airoldi gli ha mostrato il verbale del 10 novembre in cui si legge che si chiedeva informativa "come da richiesta emersa in precedente induction". "Forse se ne sarà parlato ma io non partecipai". In quella riunione di novembre "l'ingegnere Tozzi disse che non c'erano rischi sostanziali. Non ricordo l'intervento di Castellucci, immagino abbia detto qualcosa sui lavori di rinforzo". Anche in questo caso la procura ha mostrato il verbale in cui emerge che l'ex ad disse che "la decisione risolutiva (per il Polcevera) sarebbero i lavori di rinforzo". L'ex presidente ha anche detto di non avere mai visto il catalogo dei rischi "nell'elencazione specifica. Il cda esprimeva una indicazione di fondo, generale. Io non ho mai guardato il catalogo". In quel catalogo, per la procura, già nel 2013 si parlava di rischio crollo del Morandi per ritardati interventi di manutenzione.
Patuanelli, "Castellucci si propose per dossier Alitalia"
"Non incaricai mai Castellucci di agire in nome e per conto del Governo. Si propose lui e mi parve un interlocutore qualificato". Lo ha detto in aula il senatore del M5S ed ex ministro Stefano Patuanelli sentito come testimone nel processo per il crollo del ponte Morandi (14 agosto 2018, 43 vittime). Patuanelli e Castellucci si incontrarono diverse volte nel 2019 per il dossier Alitalia "quando non era più ad di Atlantia. Conosceva bene la situazione rispetto all'interesse di Atlantia per Alitalia, che voleva entrare in cordata con Fs, aveva seguito tutta la parte preliminare. E conosceva bene anche il gruppo Lufthansa, che poteva essere interessato a immettere capitale in Alitalia". Gli incontri andarono avanti fino ai primi mesi del 2020 quando "era poi diventato evidente che Alitalia avrebbe avuto una strada diversa. E Atlantia fece sapere che non avrebbero potuto continuare per la questione della revoca della concessione. Castellucci "non si propose direttamente a me come presidente di Alitalia, me lo disse la senatrice Giulia Lupo "che voleva avere un ruolo se si fosse concretizzata la cosa. Io ritenevo Castellucci un interlocutore qualificato".
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