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Processo ultrà Genoa, Leopizzi "mai ricattato o estorto soldi"

Processo ultrà Genoa, Leopizzi "mai ricattato o estorto soldi"

Leader tifoseria ha reso spontanee dichiarazioni in aula

GENOVA, 13 marzo 2024, 15:59

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

"Nessun ricatto o estorsione", "nessun capo". Massimo Leopizzi, uno dei leader della tifoseria genoana e principale imputato nel processo agli ultrà del Genova accusati di avere estorto al club soldi in cambio della cosiddetta 'pace del tifo', respinge le accuse. All'udienza di oggi, l'ultima della fase istruttoria, Leopizzi ha reso spontanee dichiarazioni "anche se avrei voluto farmi interrogare".
    Il capo della tifoseria ha parlato per oltre due ore ma in più di una occasione ha fatto irritare i giudici che gli hanno ricordato come lui, secondo il codice, "può dire quello che vuole, ma prima che le crediamo ce ne passa. Abbiamo studiato le carte e abbiamo il suo certificato penale". Leopizzi, infatti, ha iniziato le sue dichiarazioni dicendo di non avere precedenti penali (ma in realtà ha diverse condanne definitive). Ha poi proseguito ricordando l'episodio della registrazione segreta del 2005 fatta a Preziosi. Secondo l'ex presidente del Genoa sarebbe servita a ricattarlo, secondo il capo ultrà "era solo per fargli dire pubblicamente che voleva vendere la squadra visto che c'era un imprenditore interessato ma che avrebbe comprato solo se lui avesse detto pubblicamente che vendeva". Ha ribadito "di non essere un capo, di non avere imposto niente a nessuno" perché all'interno della tifoseria "le cose si decidono in maniera più democratica che a Montecitorio". Per quanto riguarda le presunte estorsioni, Leopizzi ha detto "che non c'era nessuna triangolazione di società. Se avessi voluto fare una estorsione andavo da solo, chiedevo 100 biglietti ogni domenica e me li rivendevo. Fate i calcoli quanto ci avrei guadagnato". Ha negato di essere socio occulto della Sicurart ma di avere interessi solo perché la sua compagna di allora era la titolare. Ha poi negato contestazioni violente, ma anzi di essere stato sempre chiamato "in caso di partite critiche per evitare problemi con le tifoserie". Al massimo contestazioni "sberleffo", come quella che avrebbe voluto fare con il drone che calava davanti al patron con lo striscione "Preziosi Vattene". "Sarebbe stata una figata pazzesca. E' stata .la mia grande incompiuta".
   

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