La procura di Genova ha chiesto il
rinvio a giudizio per Kamel Abdelwahab detto Tito, e Abdelwahab
Ahmed Gamal Kame, detto Bob, in carcere dalla scorsa estate per
l'omicidio di Mahmoud Abdallah. L'egiziano di 19 anni era stato
trovato senza testa e mani la scorsa estate al largo di Santa
Margherita Ligure (Genova). Resta il dubbio, secondo la pm
Daniela Pischetola, sul ruolo di Alì, fratello di Bob, che era
in Egitto al momento dell'omicidio. L'udienza preliminare è
fissata per il 19 aprile. Sono accusati di omicidio
pluriaggravato e occultamento di cadavere.
Nella sua richiesta di rinvio a giudizio il pm sottolinea
come i due barbieri hanno mostrato "scarsa collaborazione nel
far comprendere il reale ruolo di Alì, dall'Egitto, nell'intera
vicenda (soggetto che con ogni probabilità ben sapeva molte
cose, ma il cui esatto ruolo non è stato possibile appurare con
sufficiente certezza)". Dall'analisi dei cellulari, nel corso
delle indagini dei carabinieri, sarebbe emerso che Alì, il
titolare della barberia di via Merano e mai indagato, avrebbe
detto a Tito poche ore dopo il delitto di cancellare le chat. Il
titolare della barberia era andato in Egitto il 26 giugno, dopo
che il 19 la guardia di finanza aveva compiuto un'ispezione nel
suo salone, durante la quale la vittima aveva denunciato
irregolarità nella gestione dei lavoratori.
Tito e Bob, difesi rispettivamente dagli avvocati Carlo Manti
e Salvatore Calandra, non hanno collaborato per fare luce
sull'effettivo "motivo sotteso ad una tale violenza (che si può
soltanto ipotizzare possa essere ricondotto ad una volontà di
imporre, evidentemente, il proprio controllo sul gruppo di
giovani egiziani da loro gestito, così da dimostrare ed
affermare a tutti l'impossibilità di discostarsi dai loro
voleri) ed ancora la reciproca ed identica incolpazione del
complice nella stretta azione omicidiaria che pare invece,
piuttosto, essere stata realizzata di comune accordo e non già
frutto di una rocambolesca e inverosimile causa "accidentale"".
La vittima voleva andare a lavorare per un altro e, dovendo
ricevere ancora stipendi arretrati, li aveva minacciati di
denunciarli. La mattina dell'omicidio Tito e Bob gli avrebbero
dato appuntamento a Sestri dicendogli che gli avrebbero dato i
soldi. I due lo hanno invece ucciso e, dopo averlo fatto a
pezzi, hanno provato a fare sparire il cadavere.
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