I carabinieri del Ros di Genova stanno eseguendo una misura nei confronti di 20 persone per detenzione e traffico internazionale di droga e di armi, anche da guerra. In corso perquisizioni e sequestri tra la Liguria e la Calabria. L'attività, coordinata dal sostituto procuratore Marco Zocco della Dda, è frutto della cooperazione giudiziaria e di polizia con Eurojust ed Europol.
L'indagine dei Ros che ha portato a 20 arresti è una costola dell'operazione del 2015 che aveva coinvolto Giuseppe Bellocco, figlio del boss Gregorio Bellocco dell'omonima 'ndrina di Rosarno. Oltre a lui erano stati arrestati Gabriele Puleo e Igor Cerasa per l'importazione di 150 chili di cocaina dal Sudamerica. Gli investigatori hanno scoperto che il gruppo aveva organizzato due importazioni di droga che dalla Calabria erano destinate alla Liguria. Gli arrestati avevano la disponibilità di armi comuni ma anche mitragliatrici da guerra.
L'organizzazione smantellata dai carabinieri del Ros e dalla Dda di Genova e dedita al traffico di stupefacenti era diretta da Gabriele Puleo, un immobiliarista genovese da anni trapiantato in Colombia arrestato nel 2016, che gestiva il traffico di droga dal carcere di Marassi grazie ad alcuni criptotelefonini. Da Marassi Puleo è riuscito a organizzare nuovi carichi di cocaina dalla Colombia e dalla Repubblica Dominicana destinati all'Italia, tramite il porto di Genova e gli aeroporti di Parigi e di Amsterdam. Il pagamento della droga avveniva in contanti: il denaro veniva consegnato a un intermediario in Italia, indicato dai fornitori, che si occupava della rimessa a questi ultimi, tramite canali extrabancari e poi consegnando ricevuta agli acquirenti. Agli indagati vengono contestati nove episodi di importazione di cocaina per circa 670 chili e un valore commerciale di 25 milioni oltre a 38 episodi di detenzione e cessione di droga. Per due di questi viene contestata l'aggravante dell'associazione mafiosa, per avere agevolato agevolato la cosca dei Bellocco. Gli episodi erano compiuti in autonomia sia da appartenenti all'organizzazione che da altri soggetti legati alla banda che, a loro volta, distribuivano cocaina, hashish e marijuana alle proprie filiere di spaccio. All'organizzazione è stata contestata la detenzione di due Smith & Wesson 357 magnum e 38 special, una bomba a mano M75, una pistol machine Zastava Tokarev, due fucili d'assalto Zastava, riproduzioni del Kalašnikov, semiautomatiche e revolver. Per quanto riguarda l'importazione dall'America Latina di cocaina, caricata su navi dirette al porto di Genova, gli investigatori hanno scoperto che veniva recuperata grazie alla collaborazione di lavoratori operanti negli scali portuali cittadini. L'organizzazione, per il recupero, si faceva ricompensare con una percentuale in denaro o in cocaina variabile, circa il 20% del prodotto importato.
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