I consiglieri del Pd Natale e
Arboscello intervengono sul piano rifiuti denunciando che "la
Regione racconta l'ennesima favola" sui rifiuti. "Di quanto
presentato sulla chiusura del ciclo dei rifiuti in Liguria di
definitivo non c'è nulla, ma solo un ulteriore progetto
sbandierato come realizzato che però non si sa con certezza né
dove sorgerà; né che tecnologia userà, se waste chemical o
termovalorizzatore; né la capacità, se per 200mila o 250mila
tonnellate. Quindi, altro che programmazione definitiva, qui
siamo ancora prima della prima pietra".
"Le dichiarazioni rilasciate dal presidente Toti,
dall'assessore Giampedrone e dal sindaco Bucci ricordano quelle
pronunciate nel 2021 durante la posa della prima pietra del Tmb
a Scarpino, che doveva essere finito nel 2022, ma che stiamo
ancora aspettando - dice ancora il Pd -. Perché dopo la prima
pietra, la seconda e la terza hanno iniziato a cedere. Abbiamo
assistito all'ennesima autocelebrazione per giustificare
l'esistenza di un'Agenzia dei rifiuti che serve per pagare solo
il suo commissario e in un anno e mezzo di ciò che è chiamata a
occuparsi - dalle gare per l'affidamento degli impianti
all'analisi del fabbisogno per lo smaltimento, fino al programma
degli interventi - non ha realizzato nulla".
"Ha solo commissionato uno studio, atto che fra l'altro non è
tra i suoi compiti. Degli impianti previsti dal Piano regionale
dei rifiuti non c'è traccia, tutti quelli menzionati da Toti o
erano già stati progettati prima, come quello di Cairo, o sono
ancora oggetto di valutazione da parte delle autorità di
controllo, come quello di Saliceti. Nel frattempo il
biodigestore di Genova previsto dalla pianificazione regionale è
uscito dai radar, non se ne parla più. In altre parole, avevamo
ragione noi quando dicevamo che la pianificazione degli impianti
dei rifiuti approvata dalla Giunta Toti non è rispettata nemmeno
dalla Giunta stessa. Rimane poi il nodo delle aeree indicate
dallo studio di Rina: mentre il Comune di Genova e Amiu erano a
conoscenza di questo studio, le amministrazioni savonesi sono
state coinvolte? Oppure ancora una volta si passa sopra le loro
teste? Con quale logica sono state valutate come idonee le zone
della Vallescrivia, di Cengio, di Cairo o Vado? Sono siti
caratterizzati da diverse problematiche ambientali. Quali sono
le basi scientifiche? A Vado oltre al rigassificatore si vuol
portare anche un termovalorizzatore?"
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