Un corteo di centinaia e centinaia di persone ha dato vita oggi alle celebrazioni per il 79^ anniversario della Liberazione dal nazifascismo nella città che si liberò da sola il 25 aprile 1945, unico esempio in Italia, e che costrinse alla resa un intero contingente militare tedesco.
Il corteo, aperto dallo striscione dell'Anpi "Genova non dimentica" si è fermato sotto il ponte monumentale dove sono state deposte corone al sacrario dei Caduti Partigiani e si è tenuta la lettura della motivazione della Medaglia d'Oro al valor militare alla Città di Genova e dell'atto di resa delle truppe tedesche.
Il corteo è arrivato poi in largo Pertini per deporre altre corone e infine ha raggiunto piazza Matteotti dove il governatore Giovanni Toti e il sindaco Marco Bucci hanno portato il saluto delle istituzioni e si è tenuta l'orazione ufficiale da parte di Sergio Cofferati.
Tra i partecipanti alla manifestazione anche Gilberto Salmoni, sopravvissuto a Buchenwald e presidente onorario della sezione di Genova dell'Aned (Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti) e la partigiana 'Gianna', al secolo Guglielma Bertini, 103 anni.
25 aprile: Cofferati ricorda valore degli scioperi antifascisti
"Ricordiamo un evento di straordinario valore, la riconquista della democrazia, nell'aprile del 1945 arriva a compimento la lotta di liberazione dal nazifascismo iniziata nel 1943, un anno particolare, in cui chi lavora nelle grandi fabbriche e nelle campagne italiane sciopera per le condizioni materiali negative del lavoro e del reddito non sufficiente a vivere dignitosamente, ma sciopera anche perché vuole la libertà". Così Sergio Cofferati oratore ufficiale per il 79/mo anniversario dalla Liberazione a Genova ricorda il valore degli scioperi antifascisti durante la Seconda Guerra Mondiale. "Quegli scioperi così come quelli del 1944 produrranno una reazione violentissima da parte dei nazifascisti, che avevano capito benissimo gli obiettivi della protesta. - evidenzia Cofferati - Cominciò la deportazione degli operai e dei tecnici, a Genova 1.488 lavoratori vennero catturati e trasferiti nei campi di sterminio tedeschi. Nello stesso tempo venivano deportati migliaia e migliaia di ebrei nei campi di sterminio da parte dell'azione distruttiva dei nazisti e dei fascisti". Cofferati invita i giovani presenti in piazza a "battersi per la democrazia" ricordando "'l'aiuto all'Italia concesso allora da altre democrazie del mondo, anche di Paesi lontani fu determinante per ottenere la nostra democrazia, tra Toscana ed Emilia troverete le lapidi che ricordano i militari canadesi, indiani e neozelandesi morti in Italia, senza dimenticare i soldati polacchi uccisi per entrare a Bologna". Conclude leggendo 'Accento sulla A', la filastrocca che Gianni Rodari dedicò alla partigiana Luciana Romoli, detta Luce, che a 8 anni difese una compagna di scuola ebrea dalle minacce della maestra fascista, gesto che le costò l'espulsione da tutte le scuole del Regno d'Italia. La filastrocca racconta di una ragazza arrestata per aver scritto su un muro 'vogliamo pace e liberta', senza l'accento dimenticato. "Cari giovani, non è più il tempo di Luce e delle sue compagne partigiane, ma non è più nemmeno il mio tempo, - sostiene Cofferati - mettete voi l'accento sulla parola libertà, correggete voi gli errori della mia generazione affinché pace e libertà siano il fondamento dello stare insieme, non dimenticate storie come quella di Luce, continuate a coltivare e costruire la democrazia, perché è l'insegnamento più grande del passaggio di testimone, viva il 25 aprile".
25 aprile: a Genova fischi e urla contro Toti e Bucci
Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e il sindaco di Genova Marco Bucci sono stati contestati con fischi e urla da un gruppo di manifestanti durante i saluti istituzionali per le celebrazioni del 79/mo anniversario dalla Liberazione a Genova in piazza Matteotti. Diverse migliaia le persone in piazza, solo una parte ha partecipato alla protesta, che non ha interrotto gli interventi dal palco. "Vergogna": hanno gridato alcuni manifestanti mentre le istituzioni locali deponevano le corone al sacrario dei caduti partigiani sotto il ponte Monumentale. "È una festa molto partecipata e credo che le polemiche non possano essere protagoniste, ma al massimo debbano essere lo sfondo. - commenta Toti - La libertà vuol dire anche la libertà di poter avere idee diverse e polemizzare, nei limiti del fatto che qua oggi celebriamo la Resistenza e la Liberazione, che sono costate la vita a tanti ragazzi provenienti dalle più lontane nazioni del mondo, che hanno combattuto fianco a fianco con i nostri partigiani per liberare l'Italia e l'Europa tutta dalla dittatura nazifascista, che dobbiamo ricordare esattamente per quella che è stata, questo è il nostro dovere". A un manifestante che lo rimproverava di non aver usato la parola 'antifascista' nel suo discorso il sindaco Bucci replica: "È ovvio che Genova è una città antifascista, che discorso è, ormai il discorso è molto più avanti, la città ha riempito la piazza facendo vedere che ha importanti valori di libertà e democrazia, queste sono le cose che dobbiamo dire oggi, libertà, democrazia e lavoro per tutti, come indicato in una parte del discorso di Sergio Cofferati, che ha sottolineato il significato della libertà, del lavoro e del rispetto per le persone, certamente chi fa chiasso in piazza non rispetta le persone, è evidente". "Vedo con piacere che la cosa diminuisce di anno in anno, mi ricordo i primi anni da sindaco in cui era molto peggio, un buon segnale. - aggiunge - Genova oggi ha fatto una bella festa della Liberazione, una festa di tutti, non di una parte politica. É ovvio che la vittoria del 25 aprile era contro il regime fascista e l'occupazione nazista, lo sappiamo tutti, l'importante è che la memoria non continui a provocare lotte, ma costruisca i nostri valori di libertà, lavoro e pace"
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