È ferma al 16% da dieci anni la
presenza femminile nelle aziende del settore Ict in Italia, al
di sotto della media europea del 17-18%, in un'epoca di piena
transizione digitale e in un settore sempre di più considerato
attrattivo anche dal punto di vista delle retribuzioni le donne
non riescono a sfondare la 'porta' nelle aziende informatiche.
È l'allarme lanciato dalla società di analisi Bureau Veritas
Italia e dal comitato per le parti opportunità dell'Università
di Genova durante un convegno sugli ostacoli, i pregiudizi o
persino le forme di autoesclusione che condizionano i percorsi
di studio e lavoro delle donne, consentendo agli uomini di
occupare i quattro quinti delle posizioni professionali Ict.
Secondo la ricerca le immatricolazioni all'Università sono
una cartina di tornasole: "benché nelle iscrizioni all'anno
accademico 2023/2024 le ragazze rappresentino la maggioranza
(oltre il 56%), nelle immatricolazioni in 'Informatica e
Tecnologie Ict' la presenza femminile crolla al 16,71%. In linea
con i dati elaborati da Openpolis, dai quali si evince che -
considerando tutti i percorsi di studio Ict - le laureate
'digitali' in Italia nel 2022 raggiungevano soltanto il 16,8%".
"I sistemi di intelligenza artificiale, a cui stiamo
affidando ruoli sempre più importanti nella vita privata e
nell'economia, si basano su algoritmi che tendono a riflettere
la forma mentis di chi li progetta, inclusi gli stereotipi di
genere . Una programmazione prevalentemente in mano agli uomini
rischia di esprimere e consolidare visioni tipicamente
maschili", paventa la presidente del Comitato Pari Opportunità
dell'Università di Trento Patrizia Tomio.
dell'Università di Trento.
"Aumentare la presenza delle donne negli ambienti di lavoro
Ict dev'essere uno degli obiettivi della scuola e
dell'università", sollecita la delegata alle Pari Opportunità
dell'Università di Genova Angela Celeste Taramasso. "Le
giovanissime hanno bisogno di modelli professionali al femminile
che le incoraggino a seguire le proprie inclinazioni. -
evidenzia la chief reputation officer di Bureau Veritas Italia
Claudia Strasserra - Il nostro impegno per la parità di genere
si declina sostenendo al nostro interno la crescita delle donne
in ruoli tecnici e manageriali, e sollecitando le nuove
generazioni affinché colgano le opportunità del mercato, libere
da condizionamenti".
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