L'attivazione della Commissione
antimafia nazionale sull'inchiesta ligure e sul coinvolgimento -
ipotizzato dagli inquirenti - della criminalità organizzata in
voti di scambio nelle ultime competizioni elettorali regionali e
comunali "è un segnale importante". Lo scrive in una nota Luca
Garibaldi capogruppo Pd in Regione Liguria commentando
l'inchiesta che vede agli arresti domiciliari il governatore
Giovanni Toti, accusato di corruzione e falso.
"Una preoccupazione che rende ancora più inaccettabile il
comportamento di tutto il centrodestra ligure senza eccezioni,
che continua a non dire una parola di presa di distanze e di
riflessione non solo sulle modalità di gestione del potere da
parte di Toti - arrogante, proprietario, privatistico - e sui
rapporti malati con alcuni imprenditori, ma neppure sull'ombra
dei voti delle mafie nelle elezioni regionali e comunali di
Genova. Su questo non c'è stata una parola, neppure di forma né
di preoccupazione da parte dei consiglieri e degli assessori del
centrodestra - scrive Garibaldi -, neppure nella seduta del
consiglio regionale di martedì dove peraltro due consiglieri
eletti nella lista del Presidente Toti, Anzalone e Cianci, hanno
comunicato di essere stati raggiunti da un avviso di garanzia
collegato alla corruzione elettorale, aggravata da potenziali
coinvolgimenti mafiosi, segnatamente di Cosa Nostra (con i clan
Cammarata del mandamento di Riesi) a Genova e della 'ndrangheta
(con la cosca Raso Gullace Albanese) con ramificazione a Genova
e nel Tigullio. A questo - prosegue Garibaldi - non è seguito
nessun atto concreto da parte del centrodestra. Per opportunità
politica, Anzalone dovrebbe autosospendersi dalla Commissione
antimafia regionale di cui è componente, e Cianci dimettersi da
presidente della Commissione regionale Ambiente e Territorio. E
dovrebbero farlo al più presto. C'è la credibilità di una
istituzione da preservare dall'ombra delle infiltrazioni
mafiose. Tanto più in una regione in cui le mafie sono sempre
più presenti e in cui sono tantissimi gli interessi criminali in
diversi settori - dal porto alle opere pubbliche, dalla sanità
ai rifiuti. Toti, appena rieletto, nel 2020 sostenne la
necessità di sospendere il codice degli appalti e i certificati
antimafia. Frasi gravissime che condannammo già allora, ma che
rilette oggi appaiono ancora più gravi, un voltarsi dall'altra
parte rispetto ai principi di legalità e di lotta alla
criminalità organizzata che dovrebbero invece guidare
l'amministrazione di un ente pubblico".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA