Alla fine, dopo ore di discussioni e di interventi in un clima tutt'altro che sereno, il mutuo da 57 milioni per finanziare il secondo lotto della grande diga di Genova è stato approvato dal Consiglio regionale della Liguria.
A maggioranza, ma è passato. Il mastodontico progetto finanziato dal Pnrr con un miliardo e 300 milioni di euro - che per la Lega, per bocca del presidente Alessandro Piana, è "un'opera infrastrutturale chiave per la Liguria, per il nostro Paese e per l'Europa" e che la lista Sansa definisce come "un altro Vajont" - andrà dunque avanti.
La mattinata inizia con il cartello di 'Genova che Osa' collocato davanti alla porta a vetri del Consiglio e che riporta il numero delle firme ottenute per chiedere le dimissioni del governatore Giovanni Toti, agli arresti domiciliari per corruzione e falso. Era atteso un presidio, che però non c'è stato. I lavori sono cominciati con l'ordinaria amministrazione fino alla discussione sul 'provvedimento 'Omnibus 179' all'interno del quale c'è la vicenda del mutuo da 57 milioni (il 4% del costo totale della Diga) a garanzia della realizzazione e del completamento del secondo lotto della nuova diga foranea di Genova. "Noi oggi diamo seguito a un decreto legge attuato nel 2018 a seguito del crollo del ponte Morandi - dice Piana - che individuava quelle che erano le opere strategiche per il rilancio di Genova, della portualità nazionale nel mondo e ribadito poi come opera commissariata nel 2021 sempre con un decreto legge. Stiamo ottemperando a degli impegni presi con il ministero delle infrastrutture e il Mef, autorità portuale e stazione appaltante e quindi con il commissario straordinario Bucci, figure giuridiche che esistono ancora oggi". Poi è il turno del capogruppo della Lista Toti Bozzano, che viene interrotto dal consigliere Ferruccio Sansa: "E' come la diga del Vajont" dice, facendo esplodere la bagarre in aula. Immediata è infatti la reazione dei consiglieri dell'intero centrodestra che gli hanno gridato "vergognati", "ci sono stati dei morti" e "speculatore". Ma l'opposizione con il M5s rincara la dose: il capogruppo Fabio Tosi ricorda il crollo della diga di Nizza che nel 1979 provocò undici vittime. Sia Sansa che Tosi fanno riferimento al presunto rischio di crollo dell'opera a causa dell'instabilità del fondale marino fangoso su cui venerdì sarà posizionato il primo cassone subacqueo in cemento armato. Sono le 17 quando si vota: 17 i voti a favore (centrodestra) e 12 i contrari (centrosinistra e M5S).
Ma prima di pensare al secondo lotto c'è da pensare al primo cassone. Venerdì 24 maggio, il consorzio Pergenova Breakwater lo calerà in mare. Fonti dell'autorità portuale fanno sapere che non ci sarà la prevista cerimonia del varo. Il cassone certamente verrà posato, e ci saranno però il ministro per le Infrastrutture Matteo Salvini e il viceministro Edoardo Rixi.
Inchiesta a parte arriva un'altra tegola sul governo ligure: il Tar della Liguria ha accolto il ricorso dei comitati ambientalisti contro il ridimensionato della perimetrazione del Parco Nazionale di Portofino, sostenuta dal governatore Toti che aveva portato l'area del territorio del Parco a tre Comuni (Camogli, Portofino e Santa Margherita Ligure) contro gli 11 originari. Un'altra doccia fredda.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA