Sono sempre più frequenti i
sequestri di cocaina in ambito portuale che svelano il metodo
del 'rip off', letteralmente la 'fregatura' con cui i
trafficanti di droga tentano di occultarla in borsoni nascosti
vicino al portellone di container di spedizioni lecite
provenienti da Paesi non produttori di cocaina con la
compiacenza di membri dell'equipaggio e del personale portuale.
A lanciare l'allarme, a margine del convegno 'Liguria porta
d'Europa nel Mediterraneo, le attività della polizia e la
legislazione regionale antimafia' organizzato dal sindacato
Siap, è il presidente della commissione Antimafia del Consiglio
regionale Robero Centi.
"I porti sono attenzionati maggiormente - spiega - e secondo
un'audizione in commissione antimafia di aprile che si è
concentrata sull'importazione di cocaina, i porti liguri vedono
il 39,4% dello stupefacente sequestrato in tutta Italia, sia a
Genova che alla Spezia, Vado e Savona e anche in alcuni
porticcioli. Quindi bisogna tenere alta l'attenzione e sapere
che le tecniche d'importazione della cocaina sono cambiate".
Nell'ultimo periodo il modus operandi dei trafficanti, evidenzia
Centi, è mutato: "per esempio la droga non è più occultata
all'interno dei container in mezzo alla merce, ma in borsoni
che, con la tecnica del 'rip off', grazie alla collaborazione di
chi lavora nel porto, vengono subito asportati e condotti fuori
dallo scalo".
La 'fregatura' prevede il coinvolgimento di membri
dell'equipaggio, addetti all'area doganale e a terra, al fine di
garantire il carico e scarico o anche il recupero in mare,
qualora la droga venga gettata dalle navi in punti prestabiliti
vicini alla costa.
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