E' durata circa un'ora l'udienza
davanti al tribunale del riesame di Paolo signorini, l'ex
presidente dell'autorità portuale arrestato il 7 maggio
nell'ambito dell'inchiesta sulla presunta corruzione in Liguria.
Il tribunale si è riservato. "Il tribunale si è preso qualche
giorno - spiegano gli avvocati Enrico e Mario Scopesi che hanno
chiesto l'attenuazione della misura cautelare - L'udienza era
limitata a valutare l'idoneità dei domiciliari - ha spiegato
Scopesi - e su questo sono fiducioso".
Diversa la posizione dell'accusa. I sostituti procuratori
Luca Monteverde e Federico Manotti hanno ribadito che il carcere
è l'unica misura cautelare idonea. "I pm si sono spinti anche un
po' nel merito dei capi di imputazione - ha detto l'avvocato -
ma a mio avviso non era questa la sede". Signorini ha
presenziato all'udienza ma non ha rilasciato dichiarazioni, poi
è stato riaccompagnato nel carcere di Marassi dalla polizia
penitenziaria. "Non ha un atteggiamento vittimista - ha detto il
legale -. Chiaramente patisce situazione afflittiva perché le
condizioni delle carcere le conosciamo tutti, ma regge".
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