I soldi in contanti, 215 mila euro
oltre a dollari e sterline, trovati nella cassaforte della casa
di Aldo Spinelli durante le perquisizioni dopo l'arresto
potrebbero essere una "provvista idonea per effettuare nuovi
pagamenti non tracciabili". E' quanto scrivono i giudici del
tribunale del Riesame nell'ordinanza con cui hanno respinto
l'istanza di revoca degli arresti domiciliari per l'imprenditore
portale genovese.
Spinelli è accusato di corruzione per avere "foraggiato" il
Comitato di Giovanni Toti (anche lui ai domiciliari dal 7
maggio) in cambio della velocizzazione delle pratiche che gli
interessavano. Per il collegio (presieduto dal giudice Massimo
Cusatti) non ci sarebbe più il pericolo di inquinamento delle
prove ma solo quello di reiterazione del reato. Pagamenti non
tracciabili "contrassegnati da una finalità che non si stenta a
presumere delittuosa ove si tenga conto dell'incompatibilità di
una così considerevole quantità di denaro con le spese
quotidiane occorrenti a un soggetto pur abbiente qual è
Spinelli" continuano i magistrati. Inoltre l'imprenditore "ha
nuovamente finanziato la campagna elettorale del governatore con
la partecipazione di dieci persone alla cena elettorale
dell'aprile 2024: un impegno che egli risulta aver assunto dopo
avere incontrato di persona Toti a Montecarlo nel marzo 2024".
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