Calma piatta per l'economia ligure
nel 2024. Il quadro che emerge dall' aggiornamento congiunturale
della Banca d'Italia è di "sostanziale stabilità". "E' una buona
notizia, sostanzialmente positiva. Ci stiamo muovendo in linea
con l'economia nazionale e dove ci sono scostamenti non sono
particolarmente significativi" riassume Raffaella Di Donato
direttrice della sede di Genova della Banca d'Italia. Le parole
d'ordine sono "stabilità, stazionarietà, invarianza" rafforza il
concetto Davide Revelli, responsabile della divisione analisi e
ricerca territoriale. Per i prossimi mesi le prospettive restano
incerte: se da un lato c'è una politica monetaria più
accomodante e il Pnrr, dall'altro preoccupano i segnali di
rallentamento dell'economia mondiale, le tensioni geopolitiche e
il timore dell'acuirsi dei dazi. Secondo l'indicatore
trimestrale dell'economia regionale (Iter) elaborato dalla Banca
d'Italia nel primo semestre dell'anno la crescita del prodotto è
stata sostanzialmente nulla.
Per l'industria in senso stretto nei primi tre trimestri
dell'anno è leggermente aumentato il numero delle ore lavorate
ma il fatturato e le quantità vendute sono rimaste invariate e
sono calate le esportazioni. Il settore che forse è andato un
po' meglio nel primo semestre è quello delle costruzioni, che ha
rallentato per effetto del minore ricorso al Superbonus ma resta
in crescita (+3% le ore lavorate) grazie ai lavori per le opere
infrastrutturali sostenute dal Pnrr. Stabile anche il terziario:
fra gennaio e agosto le presenze turistiche sono cresciute dello
0,2% (+1,6% stranieri e -0,8 italiani). I passeggeri in transito
sono leggermente cresciuti (+0,6%) grazie alle crociere. Il
traffico mercantile nei porti è calato dello 0,3% in tonnellate,
mentre è tornato a crescere il numero dei container (+1,7%).
L'80% delle aziende liguri in ogni caso, secondo il sondaggio di
Banca d'Italia, prevede di conseguire un utile nel 2024 e ha
mantenuto una buona liquidità.
Stabili gli occupati, poco meno di 630 mila: la crescita dei
dipendenti (+2%) ha compensato il calo degli autonomi (-6,2%).
Le nuove assunzioni si sono ridotte in tutti i comparti, ma il
tasso di disoccupazione è sceso al 5,9%, inferiore alla media
italiana. Il reddito reale delle famiglie è salito del 2,4%
sostenendo i consumi (+0,8%), mentre prosegue la flessione dei
mutui per comprare casa (-1,6%) e sale il ricorso al credito al
consumo soprattutto per l'auto. Per quanto riguarda il
risparmio, famiglie e imprese hanno scelto altri investimenti,
più remunerativi, rispetto ai conti correnti (-4,6%). I
depositi a giugno erano in calo del 3,5% mentre i titoli a
custodia sono aumentati del 16%, in particolare Titoli di stato
e obbligazioni bancarie.
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