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Operaio morto è Giovanni Battista Macciò, lascia moglie e figlio

Operaio morto è Giovanni Battista Macciò, lascia moglie e figlio

Sequestrati i mezzi coinvolti e i video di sorveglianza

GENOVA, 18 dicembre 2024, 12:07

Redazione ANSA

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Si chiamava Giovanni Battista Macciò l'operaio di 52 anni morto la scorsa notte nel porto di Pra'. Era residente a Castiglione Chiavarese, nell'estremo levante genovese, era sposato e lascia anche un figlio. Gli investigatori hanno sequestrato tutte le immagini delle telecamere dell'area per ricostruire la dinamica. A quanto pare l'operaio che era a bordo della ralla che ha travolto Macciò avrebbe fatto una manovra di inversione. Gli inquirenti devono capire se tutti i mezzi coinvolti fossero posizionati correttamente, se potessero essere in quel punto. Al vaglio anche se il lavoratore potesse stare lì.

   "Ancora una volta si parla di sicurezza quando c'è un morto, non è più possibile fare così. Sì, è veramente uno stillicidio in tutta Italia e continua questa drammatica conta. Purtroppo adesso è toccato al porto di Genova e siamo qui in blocco. Abbiamo proclamato 24 ore di sciopero, vogliamo capire cosa è successo, vogliamo verificare, vogliamo che non succeda più e che si facciano tutti gli interventi necessari per evitare queste tragedie". Così Roberto Gulli, segretario generale Uil Trasporti di Liguria, commenta la tragedia nel porto di Genova presso il varco Etiopia. "Che cosa si può fare? Che cosa si deve fare oggi? Sicuramente ci vuole una maggiore attenzione da parte di tutti e bisogna creare tutte quelle procedure, tutte quelle istruzioni che possono mitigare al massimo queste situazioni" ha aggiunto. "La prevenzione passa dalla formazione, quindi dagli investimenti. Noi sono anni che cerchiamo di fare il possibile per ottenere un sostegno anche economico per far sì che la gente sappia come comportarsi in difficoltà, in situazioni di pericolo. Purtroppo siamo ancora carenti. Si investe troppo poco". "Una persona che esce per andare a lavorare, per portare il pane alla famiglia, che non possa tornare a casa è veramente una tragedia immane. Noi lo abbiamo sempre posto quale primo dei punti fondamentali del nostro lavoro, il nostro obiettivo, è arrivare ad incidenza zero. Sappiamo che è utopia, ma noi ci proviamo e continueremo a lottare per ottenere dei risultati che possano un giorno dire abbiamo salvato anche una sola vita" ha detto Mauro Scognamillo, segretario generale Fit Cisl Liguria. "Ancora una volta si deve parlare di sicurezza sul lavoro quando c'è un incidente mortale, non è possibile andare avanti così. Nella domanda ci sarebbe già la risposta. Siamo alle soglie del 2025, siamo nello stesso luogo dove nel 2007 dopo 5 giorni di rabbia e disperazione su questo varco è nata una legge nazionale sulla rappresentanza, la sicurezza, di cui faccio parte anch'io, che sono gli RLS di sito, ma questo non credo sia il il tema. Ho compiuto 57 anni ad ottobre, quando ho parlato del 2007 fai i due conti eravamo tutti molto più giovani ed eravamo al 32esimo morto su questo varco. Ovviamente senza pensare a quello che è stata la dinamica sulla quale ci sono indagini, ovviamente ma le problematiche sono quelle, una forte produttività, una spinta a fare forse velocemente" ha detto Luca Franza, coordinatore delegati compagnia RLS di sito del porto di Genova

"Siamo all'ennesima morte sul posto di lavoro, oltretutto in un terminal dove poche settimane fa abbiamo denunciato proprio quello che è accaduto stamattina, cioè di lavorare al buio in una zona praticamente isolata dove si sta pensando di automatizzare anche quel pezzo di terminal e quindi lasciare ancora più soli i lavoratori. Parliamo di un operaio di 52 anni che non torna dalla sua famiglia e non paga nessuno questa situazione. È intollerabile. Stamattina ci siamo lanciati in presidio qua insieme ad alcuni colleghi che lavoravano con lui per ricordarlo ma anche per farci vedere perché non è più accettabile questa situazione in un porto dove vengono investiti miliardi per far guadagnare sempre i soliti e non vengono né assunti ragazzi per fare cambi generazionali, in un porto dove c'è più di 50 anni di età media tra i lavoratori, non c'è un piano di pensione reale nella categoria, non viene inserito il lavoro portuale tra le categorie usuranti e praticamente ci ammazzano quotidianamente". Così Josè Nivoi responsabile Usb porti in strada al varco portuale a Genova. (ANSA)

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