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Ponte: ex dg Mollo, 'di quanto detto da Mion non è vero nulla'

Ponte: ex dg Mollo, 'di quanto detto da Mion non è vero nulla'

Donferri, "non ho taroccato nessun dato"

GENOVA, 25 marzo 2025, 19:15

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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L'ex direttore generale di Autostrade Riccardo Mollo scarica in aula Gianni Mion, ex ad della holding dei Benetton Edizione ed ex consigliere di amministrazione di Aspi e della sua ex controllante, Atlantia.
    "Sono stato chiamato in causa a sproposito.

Non è vero nulla di quanto detto" ha dichiarato oggi.

E per chiarire quanto successo nell'udienza odierna del processo per il crollo del ponte Morandi (14 agosto 2018, 43 vittime) occorre tornare alla testimonianza del 2023 di Mion: in quella occasione l'ex manager disse che in una riunione del 2010 "emerse che il ponte aveva un difetto originario di progettazione e che era a rischio crollo.
    Chiesi se ci fosse qualcuno che certificasse la sicurezza e Riccardo Mollo, all'epoca direttore generale di Aspi, mi rispose 'Ce la autocertifichiamo'". E Mollo ha risposto che a quella riunione non era presente. "C'ero invece in un'induction successiva, a cui forse Mion fa riferimento sbagliando la data.
    Si disse che la società stava assegnando il 22,7 per cento in più di ispezioni. E venne chiesto "come ci stiamo organizzando?.
    Io risposti che c'erano due modi: o dotarsi di una società terza, controllata, con contratto di servizio (cosa che stavamo facendo) oppure l'altro modo, scelto da Anas e Ferrovie, era quello di autocontrollarsi, autocertificarsi. Non ho detto ce lo autocertifichiamo. Forse Mion ha capito male, se non era in malafede".
    All'udienza di oggi hanno anche fatto dichiarazioni spontanee Michele Donferri Mitelli, che si era già sottoposto all'esame. E ha ribadito più volte "non ho mai taroccato i dati". L'ultimo a parlare è stato Roberto Ferrazza, ex provveditore alle opere pubbliche. "Noi il nostro ruolo lo abbiamo svolto con lealtà, disciplina e competenza tecnica - ha detto -. Noi non avevamo nessuna attività di controllo del ponte, ma nemmeno di tutto ciò che lo ha preceduto. Tutto questo non era nostro compito, non potevamo saperlo. Nonostante questo ci siamo impegnati allo spasimo per fare approfondimento totale. Io non ho sentito nessuno dire che abbiamo scritto sciocchezze". Dopo l'udienza il suo avvocato Fabio Viglione ha ribadito che Ferrazza "ha chiarito in modo analitico passaggi fondamentali di tipo normativo e fattuale che consentono di ritenere completamente sconfessate le ipotesi d'accusa relative alla sua posizione e a quella del Provveditorato".
   

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