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Seajewel, non è russo il petrolio nel giorno dell'attentato

Seajewel, non è russo il petrolio nel giorno dell'attentato

In settimana consulenti saranno in Grecia per analizzare la nave

GENOVA, 25 marzo 2025, 18:17

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Non è russo il petrolio trasportato dalla Seajewel, la petroliera che ha subito un attentato davanti al porto di Savona la notte di San Valentino.

Il greggio è di origine algerina mentre proviene dalla Libia quello trasportato dalla Seacharm, la gemella arrivata in Liguria qualche giorno dopo.

È quanto emerge dalle analisi di laboratorio disposte dalla Procura di Genova. Il procuratore Nicola Piacente e la pm Monica Abbatecola, all'indomani dell'attentato, avevano aperto un fascicolo per naufragio con l'aggravante del terrorismo.
    È ancora in corso l'analisi della scatola nera per capire se il tracker sia stato spento durante il viaggio dal porto petrolifero di Arzew in Algeria all'Italia. La Procura ha delegato digos e guardia costiera a indagare a tutto tondo per scoprire non solo gli autori ma anche il movente dell'attentato.
    L'ipotesi è quella di un collegamento della Seajewel con la cosiddetta flotta fantasma russa, di cui nella puntata del 2 marzo ha parlato anche la trasmissione 'Report', con un'inchiesta realizzata insieme a Greenpeace.
    I due periti nominati dalla Procura di Genova, Federico Canfarini e l'ingegnere navale Alfredo Lo Noce andranno nei prossimi giorni a verificare di persona lo scafo della nave e faranno anche dei tamponi. Dal primo esame delle immagini scattate dai subacquei emerge che lo scafo più interno della petroliera, cioè la camera di sicurezza che conteneva il greggio, è stato ammaccato dall'esplosione. Questo secondo fonti investigative porta a ritenere che l'attentato non avesse un semplice scopo dimostrativo ma avrebbe potuto causare un grave danno ambientale se il secondo ordigno fosse esploso insieme al primo anziché staccarsi e deflagrare sul fondale. La prima esplosione ha piegato le lamiere verso l'interno. Gli ordigni usati potrebbero essere mine Limpet o 'a patella'. O almeno questa è l'ipotesi delle autorità greche che stanno indagando sull'attentato alla Seacharm, gemella della Seajewell. Le mine vengono attaccate alle navi con magneti e solitamente contengono esplosivi Tnt (trinitrotoluene). I tamponi sulla Seajewell potrebbero confermare quest'ipotesi che farebbe pensare a un'unica matrice per i due attentati.
   

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