Non è russo il petrolio trasportato dalla Seajewel, la petroliera che ha subito un attentato davanti al porto di Savona la notte di San Valentino.
Il greggio è di origine algerina mentre proviene dalla Libia quello trasportato dalla Seacharm, la gemella arrivata in Liguria qualche giorno dopo.
È quanto emerge dalle analisi di laboratorio disposte
dalla Procura di Genova. Il procuratore Nicola Piacente e la pm
Monica Abbatecola, all'indomani dell'attentato, avevano aperto
un fascicolo per naufragio con l'aggravante del terrorismo.
È ancora in corso l'analisi della scatola nera per capire se
il tracker sia stato spento durante il viaggio dal porto
petrolifero di Arzew in Algeria all'Italia. La Procura ha
delegato digos e guardia costiera a indagare a tutto tondo per
scoprire non solo gli autori ma anche il movente dell'attentato.
L'ipotesi è quella di un collegamento della Seajewel con la
cosiddetta flotta fantasma russa, di cui nella puntata del 2
marzo ha parlato anche la trasmissione 'Report', con
un'inchiesta realizzata insieme a Greenpeace.
I due periti nominati dalla Procura di Genova, Federico
Canfarini e l'ingegnere navale Alfredo Lo Noce andranno nei
prossimi giorni a verificare di persona lo scafo della nave e
faranno anche dei tamponi. Dal primo esame delle immagini
scattate dai subacquei emerge che lo scafo più interno della
petroliera, cioè la camera di sicurezza che conteneva il
greggio, è stato ammaccato dall'esplosione. Questo secondo fonti
investigative porta a ritenere che l'attentato non avesse un
semplice scopo dimostrativo ma avrebbe potuto causare un grave
danno ambientale se il secondo ordigno fosse esploso insieme al
primo anziché staccarsi e deflagrare sul fondale. La prima
esplosione ha piegato le lamiere verso l'interno. Gli ordigni
usati potrebbero essere mine Limpet o 'a patella'. O almeno
questa è l'ipotesi delle autorità greche che stanno indagando
sull'attentato alla Seacharm, gemella della Seajewell. Le mine
vengono attaccate alle navi con magneti e solitamente contengono
esplosivi Tnt (trinitrotoluene). I tamponi sulla Seajewell
potrebbero confermare quest'ipotesi che farebbe pensare a
un'unica matrice per i due attentati.
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