(di Daniela Simonetti)
Un lungo addio, di quelli che non si dimenticano, bagnato da qualche lacrima, carico di emozione e soprattutto fortunato con l'Inter che batte la Lazio per 4-1: Javier Zanetti entra nel Pantheon di ogni interista che si rispetti insieme a Facchetti, Meazza e Mazzola e si accinge a vivere una nuova vita, senza maglietta e scarpini. Forse in grisaglia, dietro a una scrivania, su una comoda poltrona da dirigente. Walter Mazzarri, dopo avergli negato la gioia di giocare il suo ultimo derby, contro la Lazio lo lascia in panchina fra il disappunto del pubblico e il dispiacere di Massimo Moratti il cui destino all'Inter è indissolubilmente legato a quello del capitano.
Una serata da non dimenticare a San Siro anche perche' l'Europa è davvero a un soffio: lo stadio e' gremito, malinconicamente vuoti solo il secondo e il terzo anello verde, dimora degli ultras della Nord, chiusi per i cori anti-napoletani. La festa per Zanetti e' calda, avvolgente, i tifosi lo abbracciano idealmente e lui cede alla commozione. La partita contro la Lazio e' importantissima, come sottolinea Thohir prima del fischio di inizio. L'Inter non parte bene e - al 2' - viene colpita a freddo da Biava complice una difesa imbambolata. La reazione nerazzurra e' rabbiosa grazie alla straordinaria serata di Kovacic che verticalizza il gioco e distribuisce palloni magici alle punte. Mazzarri deve mangiarsi le mani per aver lasciato un cosi' grande talento in panchina per qualche partita di troppo. Al 7' il giovane croato trova Palacio in area che non perdona, Berisha e' battuto. L'Inter pareggia e domina, trascinata da un tifo scatenato. La Lazio si fa viva con Keita che impegna Handanovic e con Onazi da fuori area. Al 34' i nerazzurri passano in vantaggio. Ancora Kovacic e' geniale nel mandare a rete Icardi. Esplode la panchina: abbracci con Zanetti e dedica per il capitano. Neanche il tempo di ricomporsi che arriva il tris: Nagatomo mette al centro per Palacio che anticipa tutti e piazza la zampata vincente.
Rumoreggia il pubblico che vuole Zanetti in campo. Mazzarri lo fa scaldare ma il secondo tempo inizia senza cambi. Il suo momento scocca al 7': San Siro e' in festa come ai tempi del Triplete con i suoi eroi ancora protagonisti.
Quel ciclo sembra tramontare definitivamente con l'addio di Zanetti, e probabilmente quelli di Samuel e Milito con Cambiasso ancora incerto sul rinnovo. I senatori escono di scena con onore: il ricambio e' a buon punto. Insieme al capitano gioca Kovacic che ha appena compiuto venti anni, gli stessi giocati da Zanetti nell'Inter. Passato e futuro che si incrociano. Nel secondo tempo, applausi e cori ad ogni percussione del capitano, tributo anche per Milito entrato al posto di Palacio, qualche occasione per la Lazio con Keita e Biava.
L'Inter abbassa il ritmo e si fa schiacciare da un avversario che non si arrende. Handanovic e' costretto a una serie di spettacolari parate prima su Keita, poi su Candreva e, ancora, di piede su un bel tiro di Anderson. Il portiere deve concedere il bis sempre su Candreva e Anderson. L'Inter soffre un' ottima Lazio che pero' non trova il colpo utile a riaprire la partita.
E, proprio nel momento migliore dei biancocelesti, arriva la stilettata di Hernanes: il brasiliano di sinistro trafigge Berisha al 34'.
La partita e' chiusa e le ultime emozioni le regala un solitario tifoso che fa irruzione sul terreno di gioco per abbracciare il capitano. Pronto intervento degli steward e tutto si conclude pacificamente. Al 90', stadio in festa per Zanetti, abbracci con Moratti e Thohir, con tutti i compagni, stadio in piedi per un tributo sincero, affettuoso, forte.
Il presidente conferma ancora una volta Mazzarri. Tuttavia, la sicurezza si avra' alla fine del campionato il 18 maggio.
L'allenatore - dopo il derby - e' caduto dal cuore dei tifosi e anche stasera - tra tanti applausi - gli unici fischi sono stati per lui.
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