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Frigatti costrinse automobilista a portarlo a Sesto San Giovanni

Frigatti costrinse automobilista a portarlo a Sesto San Giovanni

Sequestrò persona in auto a Piacenza e si fece portare a Sesto

MILANO, 17 giugno 2014, 18:24

Redazione ANSA

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Il luogo del ritrovamento del coltello. - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il luogo del ritrovamento del coltello. - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il luogo del ritrovamento del coltello. - RIPRODUZIONE RISERVATA

Prima di uccidere un uomo e ferirne gravemente due nel Milanese, Davide Frigatti era andato in taxi a Piacenza, si era fatto tagliare i capelli da un barbiere e poi aveva sequestrato un automobilista minacciandolo con un coltello. Si arricchisce di dettagli la ricostruzione della giornata del grafico di 34 anni che martedì ha ammazzato il gestore di un autolavaggio a Cinisello Balsamo e aggredito con un coltello altri due uomini tra Milano e Sesto San Giovanni.

Secondo quanto spiegato degli agenti della Squadra mobile, la mattina del 17 giugno Frigatti è arrivato in piazzale Virgilio a bordo della sua Alfa Romeo 147, l'ha parcheggiata e ha prelevato 250 euro dal bancomat. Poi è salito su un taxi in piazzale Cadorna e si è fatto accompagnare a Piacenza. L'ipotesi degli investigatori è che possa aver scelto questa città in base a ''motivi sentimentali'' ma, precisano, in considerazione del suo stato di alterazione psichica tali motivi potrebbero anche essere stati puramente immaginari. In ogni caso, ciò spiegherebbe la decisione di passare da un barbiere per tagliare i capelli. Al barbiere ha chiesto un taglio rasato con un piccola cresta al centro della testa. Alle 12 è arrivato alla rotonda in via Caduti sul Lavoro, ha tentato invano di entrare nell'auto di una donna, poi è riuscito a infilarsi (passando dal finestrino) in una Chevrolet Aveo guidata da un pensionato di 65 anni, M.S., al quale ha detto: ''Parti parti, mi vogliono uccidere!''. Sotto la minaccia di un piccolo coltello lo ha costretto a raggiungere Sesto San Giovanni. Durante il tragitto il conducente ha ricevuto due telefonate: la prima, del figlio, è caduta nel vuoto; alla seconda, della moglie, ha risposto lo stesso Frigatti, che al termine della breve conversazione ha lanciato il cellulare dal finestrino (il giorno dopo l'automobilista lo ha recuperato nello stesso punto ed era ancora funzionante).

Alle 13.20 sono arrivati in via Tevere, a Sesto, dove il 34enne ha fatto scendere l'uomo e gli ha preso l'auto con cui è andato attorno alle 14 al Parco Nord, luogo della prima aggressione ai danni di Dario Del Corso, il pensionato di 68 anni che si trova tuttora, con prognosi riservata, all'ospedale Niguarda. Dopo aver ripreso la Chevrolet è tornato a casa dei genitori, ai quali ha spiegato di avere i vestiti sporchi di sangue perché coinvolto in una colluttazione con persone che lo avevano rapinato della sua auto (motivo per cui i genitori non hanno dato subito l'allarme). Frigatti è uscito di nuovo con la Chevrolet, è andato alla stazione Shell per ferire il gestore Francesco Saponara, di 55 anni, anch'egli in prognosi riservata al San Gerardo di Monza. Qui ha gettato la prima arma, un coltello a serramanico con l'impugnatura rossa e la lama spezzata.

È tornato una seconda volta a casa per recuperare un coltello da cucina ma stavolta il padre ha capito che c'era qualcosa di strano ed è uscito per dare l'allarme alla polizia del commissariato di Cinisello, dove si è presentato alle 15.39, quando tutto era già compiuto. Il figlio, infatti, ha lasciato la Chevrolet sotto casa e ha preso quella del padre, con cui ha raggiunto l'autolavaggio del 52enne Franco Mercadante in via Gramsci, a Cinisello. Lo ha ucciso con un solo fendente alla gola e ha gettato l'arma lungo il tragitto che ha percorso a piedi verso il ponte di Bresso, dove è poi stato bloccato. A trovare l'arma è stato un autotrasportatore che lavora per una ditta adiacente l'autolavaggio, mentre le chiavi dell'auto del padre (una Fiat Punto) le ha recuperate la dipendente di un'altra azienda nell'ingresso laterale della struttura. Durante tutto questo tempo il 65enne piacentino sequestrato aveva sporto denuncia al commissariato locale ma solo il giorno dopo, vedendo la foto di Frigatti al telegiornale, è tornato dalla polizia identificando il suo rapitore.

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