"A Cremona, sabato, il Governo non ha saputo garantire l'ordine e la sicurezza". E' lapidario il presidente della Confcommercio di Cremona commentando la guerriglia scoppiata a Cremona nel corso della manifestazione per protestare contro il ferimento del militante del Centro sociale Dordoni, Emilio Visigallli, Fausto Casarin. "Perché - scrive in una nota - non è bastato l'impegno generoso dei tanti agenti arrivati in città. Forse non era una sfida che si poteva risolvere semplicemente rafforzando le forze in campo. Di sicuro non sarebbero bastati gli appelli alla partecipazione democratica e alla non violenza. Le autorità competenti hanno autorizzato una manifestazione che non si doveva permettere". Per Casarin, "il corteo annunciato come 'pacifico' non potesse essere tale e non era difficile da capire. Lo sapevano (è difficile credere il contrario) gli stessi organizzatori, che hanno responsabilità precise e gravissime di cui dovrebbero essere chiamati a rispondere perché non basta trincerarsi dietro all'idea del gruppo di infiltrati". Confcommercio, lo aveva previsto "come dimostra il porta a porta per informare tutti i negozi. Le vetrine oscurate restituiscono la preoccupazione delle imprese per questa ondata di collera incontrollata e livida. I cittadini si sono barricati in casa, vittime di un coprifuoco non scritto. Lo avevano insomma capito tutti. Tutti tranne chi ha autorizzato il corteo". "Quello di sabato - scrive Casarin - deve essere letto come un ultimatum, deve dare a tutti la forza del cambiamento che evidentemente, la politica, da sola, non sembra in grado di produrre. Rispettare i diritti dei cittadini e dei lavoratori avrebbe certificato l'esistenza e la volontà dell'Italia reale che non si arrende e vuole vincere la crisi, nella massima pace sociale. La stessa che, già oggi, risvegliandosi in una Cremona devastata e ferita, inizierà a fare la conta dei danni subiti per poi riprendere il cammino".
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