(di Roberto Ritondale)
Prima, a Monza, prende a calci le auto coinvolte nell'incidente scatenato da un pirata della strada, sfogando così la rabbia e il dolore per la morte del figlio quindicenne. Poi, occhi arrossati e viso scavato dalla tensione, Corrado Bonavita arriva al Niguarda di Milano, poco dopo le 16.30, accompagnato da diversi parenti. Nel reparto di Rianimazione, nell'ala ovest dell'ospedale, è ricoverata la moglie Nunzia Minichini, travolta nei pressi della Villa Reale di Monza mentre con l'auto accompagnava il figlio Elio a una partita di calcio. Il ragazzo non ce l'ha fatta. La donna invece ha fratture alle gambe e alle braccia, e un forte trauma cranico. E' in prognosi riservata.
Stretto nella sua felpa blu, Corrado Bonavita entra nel reparto per parlare con i medici. Esce dopo un quarto d'ora, circondato da amici e parenti. Parla con calma delle condizioni in cui versa la sua Nunzia, che appare nel suo profilo fb bella e abbronzata al mare con i suoi due bambini, poi all'improvviso si lascia andare, scoppia in un pianto disperato: "Voglio morire, voglio morire", ripete in lacrime, mentre qualcuno lo porta via cercando di consolarlo.
"Stamattina hanno distrutto un'intera famiglia", commenta incredulo un amico. "Quel bastardo che non si è fermato, devono prenderlo" aveva detto, in mattinata, la madre di un compagno di scuola di Elio, mentre su Fb è un susseguirsi di messaggi di cordoglio da parte degli amici e dei compagni di scuola: "Riposa in pace Elio, eri un ragazzo d'oro".
Intanto, al primo piano dell'ala ovest del Niguarda, arriva anche una delegazione dell'Inter in tuta nerazzurra, venuta a portare la propria solidarietà: sono i due allenatori dei 'Pulcini A', la rappresentativa giovanile del club in cui gioca l'altro figlio di Corrado, un centrocampista di appena undici anni e con un grande futuro nel mondo del calcio. Quel futuro che oggi un pirata della strada ha rubato al fratello più grande.
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