"Mio padre è sempre stato un esempio di integrità, di coerenza e di umanità. Un esempio che ho sempre seguito, anche sul lavoro. Ha lasciato una grande eredità spirituale e morale. A parlare continueranno a essere le sue idee, quello in cui ha sempre creduto e che tutti noi figli continueremo a portare avanti". Lo afferma il figlio di Umberto Veronesi, Paolo, intervistato da repubblica e Corriere della Sera.
"Ha speso tutta la sua lunga vita a sostenere le sue molte battaglie, coerente fino in fondo con le sue idee. Non si è mai fermato davanti alle critiche. Si è impegnato su molti fronti, sempre con lo stesso grande impegno", dice Paolo Veronesi ricordando il sostegno alla lotta al dolore, al diritto all'eutanasia e al testamento biologico. "Più volte - aggiunge - ha preso posizione nel dibattito sui grandi temi etici del nostro tempo e si è dichiarato a favore della fecondazione eterologa e dei diritti degli omosessuali".
"I progetti più importanti è riuscito a portarli a termine: ha creato l'Istituto europeo di oncologia e la Fondazione che porta il suo nome. Se ne è andato con serenità, senza nessun rimpianto", prosegue Veronesi. Tuttavia "fino all'ultimo ha continuato a credere anche in altro. Nel Cerba (il Centro europeo di ricerca biomedica avanzata ndr) che purtroppo non ha mai visto la luce. E poi c'era un disegno in cui negli ultimi tempi credeva molto, Human Technopole (il piano per le scienze della vita destinato a nascere sull'area del post Expo ndr).
Sono tutti progetti che possono fare grande Milano ed è per questo che li avrebbe voluti vedere sorgere".
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